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Aggiornato: 1 giugno 2025


Nell'ottavo si fa la ragione a suo modo, che, con far venire denari in contanti, si schivi il rischio della frode, e non risguarda il maggior rischio di portarli e spesa, se non sono somme eccessive, e, per il fine che dice, generano penuria.

La mattina, all'ora di colazione o la sera, dopo il teatro, non si faceva altro che scrivere col lapis, sui tavolini di marmo, il nome di tutti i consiglieri comunali, mettendo in fila separatamente quelli che avrebbero votato per il , e quelli che avrebbero votato per il no, poi facevano le somme; ma risultava sempre sul tavolino dei progressisti la maggioranza pel no, e su quello dei costituzionali pel .

E non avete più le ricevute? No, niente! Si tratta di uno dei soliti furti agli emigranti. Alcuni di questi poveretti sono stati derubati a bordo; per essi i compagni di viaggio hanno raccolto fra loro delle piccole somme, offrendo quel poco che potevano. E questi poveri parlano della loro elemosina con una semplicit

Un giorno il Vicerè Caracciolo, scontento anche dei teatri, persuase i patrizî a costruirne di sana pianta uno nuovo fuori Porta Macqueda. Tra quei patrizî erano Senatori: e fu appunto il Senato l’interprete o esecutore dei desiderî di S. E. Si fece il disegno, si stabilì il luogo dell’edificio e fu anche detto più tardi che le somme occorrenti sarebbero state prese dai fondi amministrati dalla Deputazione per le strade di Sicilia⁵¹. Ma all’ultima ora, quando si trattò dell’attuazione, nessuno osò avventurare il Comune in una opera non creduta necessaria. Se non che, quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini: ed i Barberini o barbarini furono gli allegri amministratori della citt

Anco il Papa ci fece il suo civanzo, oltre quello che apparve stipulato, e questo fu, che si amicò la Francia senza romperla con la Spagna, onde alla occasione si procurava la scelta della servitù; alla Italia poi invece di uno pose sul collo due gioghi, consueti doni del Papato. Di Alessandro dei Medici, che prese nome di Lione XI altro non è a dirsi, eccettochè visse soli 27 giorni; i Francesi, i quali lo reputavano a loro propizio ci spesero per ispuntarla contro gli Spagnuoli 300,000 scudi; li giuntò la morte, e per questo li posero in canzone gli Spagnuoli, che messi su l'avvisato attesero con diligenza maggiore alla nuova elezione donde uscì fuori Cammillo Borghese in fama di loro parziale, che tolse nome di Paolo V. Anco di lui breve, comecchè agitasse gravi cose, ma all'argomento nostro non pertinenti; poco seppe dei governi del mondo sprofondato negli studi forensi nei quali acquistò nome di sofista, e d'ingegno cupido, mascagno, e presuntuosamente cocciuto; siccome per essere eletto Papa egli si astenne dai soliti intrighi, ebbe fede sul serio trovarsi assunto alle somme chiavi per virtù dello Spirito Santo; oltre questa fede egli n'ebbe un'altra, e fu, che lo avessero ad uccidere di ferro, o di veleno; per la quale cosa sospettando di tutto, e di tutti viveva misera vita; impaurito atterriva, e a danno suo lo seppe il misero Piccinardi cremonese, il quale compose non so quale poema satirico manco in ispregio di lui, sibbene in odio di Clemente VIII; il misero poeta non lo aveva per altro pubblicato con le stampe, anzi lo teneva sotto chiave; lo denunziò una donna; Paolo ne prese occasione per ispaventare, e siccome la voglia sua parve piuttosto immane, che feroce, magnati Romani, oratori di principi amici lo supplicarono per cotesto fallo non volesse fare sangue, ed ei lo promise: ma quando se lo aspettavano meno gli mozzò il capo a Santo Angiolo, e ne prese i beni. Proseguendo nella tumida presunzione scomunica il reggente di Napoli per avere dannato alle galere per cause attenenti ad interessi chiesastici un protonotario, e un libraio; si arruffa con Savoia a cagione di benefizi, con Genova per avere vietato le assemblee dei Gesuiti scuola perpetua di subbugli, con Lucca la quale ordinò i decreti degli officiali del Papa non si eseguissero se non dopo ottenuta l'approvazione del Governo; con Venezia poi molti e vari i capi di contesa spirituali tutti; litigavano pei confini su quel di Ferrara, per le pesche, e per la navigazione del Po; il legato di Ferrara fece pigliare alcune barche peschereccie dei Veneziani; questi per rappresaglia si portarono prigioni una frotta di papalini, e con navigli armati sostennero a forza le loro ragioni. Ma il Papa più pertinace che mai pretende i diritti regali su Ceneda, e i Veneziani non gli danno retta; egli ordina i giudizi dei tribunali vescovili della Venezia si deferiscano a Roma, i Veneziani minacciano a cui obbedisce guai; il Papa scomunica i renitenti, i Veneziani provvedono non sorta effetto civile la scomunica: poi venne il negozio delle decime; il Papa le volle per , non le potendo ottenere, dispensava da pagarle; se non le poteva esigere egli anco i Veneziani le dovevano avere; anco su i libri si levarono querimonie infinite: larghi i guadagni di questa industria a Venezia; il Papa si affaccendava quotidianamente a proibirli mettendoli allo Indice; a questo mo' impedito che a Venezia si stampassero e altrove emendati alla sua maniera procurava si pubblicassero a Roma: questo volgere l'autorit

Gioconda moglie di un pellicciaio; la compagna dei suoi studii prediletti, il tesoro inestimabile inviatogli dalla sorte, la purissima, bellissima fanciulla.... con quella squisita anima letteraria che comprendeva Francesco Villon: «Prince, je connais tout en somme. Je connais tout, hors que moi-même....»! Folco ne rimase esterrefatto.

Infervorati così quelli spiriti, senz’altro opporre, che anzi per voto unanime statuirono doversi trarre le somme occorrenti per una pronta difesa. Di che la direzione suprema voller commessa al degli Uberti e al Vergiolesi. Deliberarono poi che tutti i fuorusciti Bianchi, e quanti erano alleati Bolognesi, Pisani, Aretini e Senesi, s’invitassero a collegarsi e a venir loro in aiuto. Molte altre cose provvidero per l’interno. E infine, sulla proposta del Vergiolesi, elessero giudice delle cause civili nella citt

Il vecchio uomo riappariva soltanto ne' colloqui che Marco avea col padrone. Quando il marchese Piero meno se l'aspettava, lo vedeva comparir nella sua camera, nel suo salotto, pian piano, come se, in apparenza, temesse disturbarlo; e subito faceva domanda di grosse somme. Costui operava verso il marchese Piero come Cristina verso la principessa.

Giorni innanzi, egli avea recato un altro colpo tremendo alle condizioni finanziarie della principessa. Le speculazioni in cui l'aveva allettata per mezzo del suo giovane commesso, andate a male, essa dovea pagare di nuovo grosse somme e vi s'era regolarmente obbligata. Tutta la tenuta di Mondrone ormai non le apparteneva più. Il principe trovò sul tavolino della sua camera varie lettere.

Grazie! per adesso non ho bisogno di prender somme ad imprestito. Riprendendo il filo del mio discorso, quando io poc'anzi vi diceva non poter durare su questo piede, intendeva parlare dello stato di vedovanza, parendomi conveniente il dare ai miei figli un consigliere col grado di secondo padre, essendo eglino ormai giunti ad un'et

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