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Aggiornato: 2 luglio 2025


Frati godenti fummo, e bolognesi; io Catalano e questi Loderingo nomati, e da tua terra insieme presi, come suole esser tolto un uom solingo, per conservar sua pace; e fummo tali, ch'ancor si pare intorno dal Gardingo>>. Io cominciai: <<O frati, i vostri mali...>>; ma piu` non dissi, ch'a l'occhio mi corse un, crucifisso in terra con tre pali.

Noi lasciammo ch'egli retrocedesse e ci recammo ad un meschino albergo per riposarci dal lungo e disagiato viaggio. Io dormiva placidamente da due buone ore, quando un rumorio di cariaggi e di cavalli, mi riscosse d'improvviso. Sono carabinieri bolognesi che si recano a Roma disse l'oste entrando nella mia stanzuccia. Ben giunti!

Di queste delusioni, sia per altezza d'animo, sia perch'ei temesse di ferire uomini che potevano essermi amici, Attilio tacque sempre con me. Ma in una lettera scritta dopo la fuga, il 28 marzo 1844, Emilio più giovane d'anni, e di natura, non dirò più candida, ma più aperta agli impulsi, si sfogava dicendomi: «Nell'autunno del 1843, la sollevazione dell'Italia centrale minacciava di farsi nazionale dove fosse stata soccorsa, e noi domandavamo un ajuto di 10,000 franchi, e in ricambio avremmo......................................................... Non so di chi sia stata la colpa, ma noi non fummo soccorsi. Si sprezzò quasi una dimostrazione che avrebbe forse assicurato la vittoria, se non altro per l'esempio contagioso che la nostra diserzione avrebbe messo dinanzi a 40,000 Italiani che amanti del loro paese stanno contro lui vincolati da un vano giuramento. Intanto, noi ci eravamo esposti; non temevamo violenze, perchè un ordine imprudente di arresto (fosse stato pronunciato!) ne avrebbe suscitato difensori più del bisogno. Tutto finì: i Bolognesi fugati, gli arresti moltiplicati; e quasi per derisione, a noi frementi, a noi gi

Pure a noi era giunto favorevole il destro di far costar cara a Fiorenza la zizzania tornata a spargere per man di costui sul nostro terreno! Il cardinal da Prato ne incoraggiava; non ci mancavano le armi dei nostri alleati Aretini, Bolognesi e Romagnoli, talchè la spedizione della Lastra dell’anno decorso, alla superba repubblica doveva esser di funesta memoria. Non ci voleva che la giovanile imprudenza di Baschiera de’ Tosinghi: che impaziente dell’aspettare il soccorso dei nostri col degli Uberti, per troppo impeto in prima, in ultimo per vilt

Fu gran trionfo a' bolognesi, i quali mostrano oggi ancora il luogo dove trassero e tennero il giovane in pomposa prigionia per venti e piú anni, finché morí. All'incontro, prosperavano i ghibellini sull'Adige e la Brenta; vi prosperava e inferociva peggio che mai Ezzelino tiranno.

«Bravi! esclamò il Comandante. Questi Bolognesi sono un gran valoroso popolo! E se tutte le citt

Frati godenti fummo, e bolognesi; io Catalano e questi Loderingo nomati, e da tua terra insieme presi come suole esser tolto un uom solingo, per conservar sua pace; e fummo tali, ch’ancor si pare intorno dal Gardingo». Io cominciai: «O frati, i vostri mali . . . »; ma più non dissi, ch’a l’occhio mi corse un, crucifisso in terra con tre pali.

Ma i Fiorentini, come narrammo, dopo avergli impedito il soccorso de’ suoi partigiani; collegatisi co’ bolognesi, tuttodì animavan costoro per aita di danari e di gente perchè alla perfine da quel forte propugnacolo il Vergiolesi fosse cacciato. Così solamente la parte Bianca sarebbe andata dispersa.

¹ L'8 Agosto 1848 i Bolognesi cacciarono gli Austriaci da la loro citt

Nessuna di queste opere ebbe mai in altro teatro d'Italia una completa e splendida interpretazione, come al Comunale di Bologna per opera principalissima del Mariani. I Bolognesi amavano questo artista fino al delirio. Le prime donne, le celebri danzatrici del teatro Comunale erano gelose de' suoi successi. Gli enfatici telegrammi, che da Bologna si diramavano alle cento citt

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