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Aggiornato: 16 maggio 2025


Di questa sua bella composizione voglia aggradire i rallegramenti di chi si pregia di dirsi «Suo devotissimo servo «GIOVACCHINO ROSSINI» «Bologna, il 16 agosto 1844

«Nel 1841, saggio di rivoluzione ad Aquila: otto condanne capitali. Nel 1843, una quindicina di ottimati di Napoli, sono cacciati in castel Sant'Elmo; ne uscirono poi, furono più tardi ministri, deputati, sono oggidì martiri, vale a dire alti funzionarii. Nel 1844, altro saggio di rivolta a Cosenza: vent'uno condannati a morte di cui sette fucilati ed un gran numero al bagno.

Intanto i malumori in Italia erano più vivi che mai. Il fermento sopito verso la fine del 1843, s'era nel 1844 risvegliato più minaccioso, e dal centro s'era steso al mezzogiorno della penisola. In Calabria, una sommossa armata, tentata e repressa a Cosenza, avea lasciato gli spiriti eccitati e vogliosi di ritentare. La Sicilia, paese sistematicamente angariato da ogni sorta di vessazioni e d'espilazioni, fremeva rivolta, e, popolata di gente più avvezza all'opre che alle parole, l'avrebbe osata, se in una citt

Il partito d'azione o dei frementi, audace e circondato di prestigio per le splendide glorie e le memorabili sciagure del 1833, del 1844, del 1848, del 1849, del 1853, del 1857, del 1859, del 1860, del 1862, del 1864 e del 1866, voleva ad ogni costo l'Italia riacquistata da valore italiano, detestava il sire usurpatore del Due Dicembre e contro ogni costui trama e prepotenza imponeva e tentava la liberazione dei sette colli, da dove soltanto riteneva potersi parlare all'Italia intiera.

Il 9 giugno 1843 l'Armaroli morí nella sua villa di Appignano che egli aveva battezzata col nome di Tusculano, lasciando alla famiglia Tambroni i suoi averi e i suoi libri. Lugano, fr. La traduzione francese fu pubblicata in Parigi, Audin. 1823, poi raffazzonata con altro titolo. Per es. nel libro Milano e il suo territorio, Milano, 1844, vol. I, p. 375: il CANTÙ, Il Principe Eugenio, vol.

Sopraffatti dalle forze borboniche presso San Giovanni in Fiore il 19 giugno di quell'anno 1844, tratti a Cosenza dinanzi a una Corte marziale, Attilio ed Emilio Bandiera, Domenico Moro e i principali fra i loro seguaci, venivano condannati a morte il 24 di luglio e fucilati il appresso. La Gazzetta privilegiata di Venezia di martedì 6 agosto riproduceva dal Giornale di Napoli l'estratto della sentenza pronunciata ed eseguita. Non una riga di commento, non una parola di compianto pei tre veneziani che pur lasciavano qui tanta eredit

RICORDI DEI FRATELLI BANDIERA E DEI LORO COMPAGNI DI MARTIRIO IN COSENZA il 25 luglio 1844 DOCUMENTATI COLLA LORO CORRISPONDENZA. Et si religio jusserit, signemus fidem sanguine. A te, fratello mio d'amore, io dedico, venerando, queste poche pagine scritte col nome tuo sulle labbra, colla santa tua imagine davanti agli occhi dell'anima.

Era naturale che per lei quella questione ardente non rimanesse letteraria soltanto; al concetto naturalista e fatalista dello Zola ella infatti contrappone il concetto teologico cattolico; e nel 1844, in una polemica con Luis Alfonso, critico favorito dei salotti aristocratici, protestava contro l'opinione che faceva di lei un Zola femminino o per lo meno un'attiva discepola del rivoluzionario francese.

Nel 1844, cioè dieci anni dopo l'instituzione della confraternita, i socii s'erano ridotti a cinque. Qualcheduno, ammogliato, aveva preso un nuovo indirizzo; qualchedun altro era andato in America; due erano morti. Ma intanto il libro era cresciuto a dismisura per notizie d'ogni fatta, nelle quali tutta la societ

Nel 1844 ebbe luogo la spedizione dei fratelli Bandiera. I Ricordi ripubblicati in questo volume contengono quanto importa all'Italia, intendo riparlarne. Ma l'incidente della violazione delle mie lettere merita ch'io vi spenda alcune parole. È un episodio d'immoralit

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