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Aggiornato: 3 maggio 2025
Ugo da San Vittore e` qui con elli, e Pietro Mangiadore e Pietro Spano, lo qual giu` luce in dodici libelli; Natan profeta e 'l metropolitano Crisostomo e Anselmo e quel Donato ch'a la prim'arte degno` porre mano. Rabano e` qui, e lucemi dallato il calavrese abate Giovacchino, di spirito profetico dotato.
Una mattina del giugno 1833, poche settimane dopo i fatti avvenuti a Venezia in casa della principessa Calliraky, il maestro Antonio Brinda, alzatosi da circa un quarto d'ora, se ne stava nel suo salotto, che rispondeva in una delle vie più frequentate di Firenze, sorbendo la cioccolata. Il maestro era seduto ad un piccolo tavolino in faccia al ritratto di Giovacchino Rossini.
Di questa sua bella composizione voglia aggradire i rallegramenti di chi si pregia di dirsi «Suo devotissimo servo «GIOVACCHINO ROSSINI» «Bologna, il 16 agosto 1844.»
Ugo da San Vittore e` qui con elli, e Pietro Mangiadore e Pietro Spano, lo qual giu` luce in dodici libelli; Natan profeta e 'l metropolitano Crisostomo e Anselmo e quel Donato ch'a la prim'arte degno` porre mano. Rabano e` qui, e lucemi dallato il calavrese abate Giovacchino, di spirito profetico dotato.
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