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Nell'anno 1849, viaggiando al Nord della Francia, aveva disceso il Reno fin presso al confluente della piccola Mosa, e m'era trattenuto a cacciare in quelle campagne. Errando solo un giorno lungo le falde di una piccola catena di monti, mi era trovato ad un tratto in una valle nella quale mi pareva esser stato altre volte, e non aveva fatto questo pensiero che una memoria terribile venne a gettare una luce fosca e spaventosa nella mia mente, e conobbi che quella era la valle del castello, il teatro de' miei sogni e della mia esistenza trascorsa. Benchè tutto fosse mutato, benchè i campi, prima deserti, biondeggiassero adesso di messi, e non rimanessero del castello che alcuni ruderi sepolti a met

Noi avremo l'onore di trasmettervi domani, signore, conformemente alle sue intenzioni, una proposta inferiore di certo alle nostre giuste speranze, ma che avrebbe non foss'altro il vantaggio d'allontanare ogni pericolo di collisione tra due repubbliche fondate su diritti identici e congiunte da simili aspirazioni. Accettate, signore, ecc. 19 maggio 1849.

Garibaldi rivedeva ora, dopo 18 anni, questa Roma; egli era al suo cospetto, alla testa di nuove schiere di volontari, avendo di nuovo concepito il disegno audace di conquistarla. Egli giustificava la sua illegale impresa attuale proprio con quella data: 1849, e si chiamava generale dei Romani, come altri si erano detti, un tempo, re dei Romani.

«Possa l'avvenire trovarci uniti a riscattar questa colpa!» 3 luglio 1849.

Questo grido pietoso d'un gentile poeta e soldato, che sul cader del 20 agosto 1849 contemplava mestamente da uno dei forti della laguna la citt

30 giugno 1849. La forza brutale ha sottomesso la vostra citt

I ministri dell'interno e delle finanze sono incaricati, per ciò che li riguarda, dell'esecuzione del presente decreto. 15 aprile 1849. Un intervento straniero minaccia il territorio della repubblica. Un nucleo di soldati francesi s'è presentato davanti a Civitavecchia.

L'alba dell'indomani però chiariva che l'ultimo austriaco era scomparso da Camerlata e che ormai tutta la colonna dell'Urban s'era riconcentrata tra Barlesina e Monza sulla via di Milano. L'Elia, che dopo il 1849 aveva dovuto emigrare, si trovava a New York quando i giornali diedero la notizia che Vittorio Emanuele aveva sguainata la spada per l'indipendenza italiana.

Il 3 giugno 1849, in Roma, Ramorino, mortalmente ferito da una palla bonapartesca, chiede ai compagni perdono per la morte del suo fratello d'armi, a cui aveva tolto l'onore immortale di cader sul Gianicolo, alla difesa della Roma ideale!

Era insolenza quella di Massimo d'Azeglio, quando fin dall'aprile del 1849 scrisse canzonando al suo amico Rendu: «il vostro stato lo chiamate ancora repubblica?».