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Garibaldi aveva infatti intenzione di completare, quella sera stessa, la vittoria, tagliando ai francesi la ritirata su Civitavecchia; e il progetto sarebbe stato senza dubbio attuato; dopo lo scacco sofferto, il morale del nemico era depresso ad incominciare dall'Oudinot, sfinito, inoltre i francesi mancavano di cavalleria per coprire la ritirata, mentre Garibaldi coi lancieri del Masina e coi dragoni di linea, tutta gente fresca che nulla aveva sofferto dal combattimento, poteva giungere a Civitavecchia prima dei francesi e suscitare quelle popolazioni contro lo straniero.

I bersaglieri Lombardi comandati dal Manara avendo ottenuto dal generale Oudinot di sbarcare a Porto d'Anzio a condizione che non avrebbero preso parte a combattimenti prima del 4 maggio, erano vincolati dall'impegno preso per essi dal Preside di Civitavecchia.

Oggi stesso; vengo da Civitavecchia, e precedo i signori Francesi, dei quali ho veduto lo sbarco, liberamente operato. Dicendo queste ultime parole, l'adolescente batteva de' piedi sul pavimento, in segno di dispetto. Chétati! rispose sorridendo il maggiore. Non entreranno così liberamente di qua. Lo credo; qui ci siete voi, padre mio.

«Civitavecchia, 29 ottobre. «Il Comandante Generale del Corpo di spedizione francese DE FAILLY». Il proclama fu letto dagli uni con soddisfazione, dagli altri con muto sdegno. Ecco l'ordine del giorno che Garibaldi emise quello stesso 29 ottobre a Santa Colomba, prima che avesse avuto notizia che i Francesi gi

La mattina della partenza donna Camilla e la madre lo accompagnarono infatti alla stazione e raccomandarono a Giorgio di telegrafare caso mai il principe non stesse bene. Don Pio prese la via di Civitavecchia, ma con l'intenzione di non fermarsi a Montalto per andare alla Marsiliana, ma invece di proseguire per Pisa. Era libero, era solo e di quei primi momenti di libert

Il 14 dicembre 1866, le ultime truppe francesi s'imbarcarono a Civitavecchia: così quel giorno nessuna bandiera straniera sventolò più sull'Italia dalle Alpi al mare. Era questa una condizione nuovissima nella storia della Penisola, condizione che non si era più presentata dall'anno 1494.

Da porta San Pancrazio esce una via, che dopo breve tratto si bipartisce, e un ramo piglia tra la villa chiamata Vascello di Francia, e quella Valentini, mentre l'altro passa fra la Villa Corsini, e il Parco Pamfili, ma poi entrambi mettono sopra la strada maestra di Civitavecchia. Dista il Parco Pamfili un tiro di cannone dalle mura di Roma, e quivi il nemico ha facolt

Il 28 ottobre, la flotta francese apparve in Civitavecchia; il mare agitato ritardò di alcune ore lo sbarco, il 29, ciò che impressionò molto il partito clericale.

Le truppe francesi erano a poco a poco ritirate dalle loro guarnigioni nella Provincia; esse venivano a Roma, per andare di qui ad imbarcarsi a Civitavecchia. Correva anche la voce, che il 4 dicembre il Papa stesso sarebbe partito per quella citt

Una ventina d'anni poi Francesco Cucchi, che allora cospirava in Roma, mi raccontò che egli con un prete recossi il 30 ottobre dopo mezzogiorno a vedere alla stazione ferroviaria l'arrivo dei francesi sbarcati il 28 a Civitavecchia. Don Domenico, applaudite, se no ci sospettano subito per liberali susurrava il congiurato Cucchi al complice sacerdote.