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Aggiornato: 13 giugno 2025


La singolare pazienza colla quale voi avete, per diciassette lunghi anni, tollerato, senza una virile protesta, gli invasori stranieri nelle vostre mura, fu guardata come sommessione di Popolo che s'arretra davanti ai pericoli, e avvalorò la menzogna che Roma fosse, nel 1849, difesa da uomini appartenenti ad altre terre d'Italia.

E degli infanticidi quale è la cifra che danno le statistiche?... Nel 1849, al tempo del Governo degli uomini, io ho assistito a delle ricerche nei penetrali di quelle bolgie che si chiamano conventi e in ogni convento non mancavano mai gì'istromenti di tortura e l'ossario dei bambini. Cosa era quel nascosto cimitero di creature appena nate o non nate ancora?

Cittadini, ordinatevi, stringetevi intorno a noi; Dio e il Popolo, la legge e la forza trionferanno. 25 aprile 1849.

I decreti che allo stampo di queste ultime si riferiscono, ed altri documenti che vi hanno più o meno immediato rapporto, meritavano di venir tratti dalla polvere degli archivii, e pubblicati ad illustrazione de' risultamenti di quelle indagini che tanto s'intrinsecano nella storia commerciale e politica di Venezia. Studiate prima coll'occhio del critico e colla bilancia dell'orafo le monete ch'era mio intendimento illustrare, nelle raccolte che ne vanno più doviziose, in quella cioè che Teodoro Correr legava alla patria e in quella che dal Pasqualigo passava al Consiglio de' Dieci e più tardi alla Marciana, mi volsi a frugare nell'Archivio Generale i decreti e le tariffe ed ogni altra maniera di documenti che valessero a recar luce al bujo sentiero ch'io m'ero accinto a percorrere. Nel 1849 i libri della zecca nostra conservati in quel gigantesco deposito di patrie memorie mi fornirono copia de' documenti bramati; e credetti rendere vero servigio agli studii storici ed economici col pubblicarli a corredo del presente libro. le sciagure che si aggravavano sulla mia patria bastarono a togliermi a quelle pacifiche indagini in cui trovavo conforto del molto dolore che straziava me impotente spettator dell'eccidio del mio paese. Molti di questi studii furono condotti fra il lugubre tuonar del cannone nell'ultimo assedio che strinse questa cara citt

Dichiaraste nel 1849 , in un proclama dettato al generale Oudinot, che «non era vostro intento di esercitare su Roma una influenza opprimente, d'imporle un governo contrario al volere del popolo». Tre mesi appresso, Roma, il suo governo, la volont

Il 5 febbraio 1849 i deputati del popolo adunati in Campidoglio trassero con solenne maest

Garibaldi partì da Foligno il 28 dicembre, avendo dovuto aspettare il vestiario e l'armamento; arrivò a Macerata il del 1849 dove lo raggiunse un novello ordine di non proseguire più per Fermo e di restare dove era.

Tornando ancora al 1849 ed alla scena fatale in cui il nostro povero Muzio all'et

Gli domandò il Generale con amore notizie di tutti i patriotti che avevano coadiuvato al suo salvamento del 1849, e fu per suo mezzo che invitò e pregò Angiolo Guelfi di andarlo a trovare a Pisa.

A lui certo in quegli istanti ricorreva la memoria della famosa ritirata da Roma dopo la difesa leggendaria, quando il 4 luglio del 1849 si era con un pugno di valorosi indomiti e colla sua intrepida Anita accampato qui in Monterotondo ed in Mentana per traversare inarrivabile e fra nemici ad ogni passo i gioghi degli Apennini verso Venezia ancora eroica in armi, e coll'occhio della mente in spasimo avr

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