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Aggiornato: 13 giugno 2025


28 ottobre 1849. «Jusqu'

Il 9 febbrajo 1849, liberi e legalmente rappresentati, dichiaraste unanimi, che il grido dal quale venne la grandezza dei vostri padri era il vostro; che il programma di Roma all'Italia futura si compendiava nella parola REPUBBLICA. E quel programma, accettato con entusiasmo in quante terre dipendevano allora da Roma, fu segnato ogni giorno, in due mesi di lotta, col sangue dei vostri migliori, in Roma, in Bologna, in Ancona.

Gustavo Modena durò nel Bernese dove qualche tempo dopo contrasse amore con Giulia Calame, oggi di lui vedova, donna mirabile, come per bellezza, per sentir profondo, per devozione e costanza d'affetti e per amore alla sua seconda patria, che corse più tardi ogni pericolo di guerra accanto al marito nel veneto e ch'io imparai a conoscere nel 1849 durante l'assedio di Roma.

Non ressero gli austriaci, ma si diedero alla fuga, abbandonando armi e feriti. La piazza dell'Albero a ricordo di tanto valore fu poi nominata Piazza del 1849. In quel giorno 31 marzo correva a rivi il sangue e i cadaveri vi giacevano ammonticchiati.

Accettate, signore, ecc. 25 maggio 1849. Considerando che debito di Roma, per la sua tradizione nel passato e per la sua missione nell'avvenire, è ampliare possibilmente la propria vita e la propria libert

Tra questi fu ferito il colonnello Romano Silvestri mentre combatteva eroicamente con al fianco tre figli, uno dei quali rimase pure ferito. Questo patriota che Roma ricorda con onore, fu uno dei più perseguitati dal governo pontificio; esiliato nel 1821 e nel 31, doveva subire la stessa sorte nel 1849.

Chi ha visitato Civitavecchia nel 1849, avr

E Mentana poteva riuscire un secondo Trenta aprile ad onta di tante circostanze a noi sfavorevoli. A Mentana, io ho veduto i mercenari fuggire colle baionette alle reni dai nostri catenacci , senza munizione, fuggire davanti ai nostri giovani militi. A Mentana, per un'ora, i volontari hanno potuto passeggiare padroni del campo di battaglia sopra mucchi di cadaveri nemici. Roma 1849.

Da una parte gl'indugi fatali, i tentennamenti colpevoli, le aperte fellonie; dall'altra gli eccessi del linguaggio e le violenze degli atti. Nondimeno nei primi mesi del 1849 una lieta notizia riconfortò i patriotti della nostra penisola; il Piemonte riprendeva le armi. Ma la gioia durò poco, e la tragica giornata di Novara ripiombò l'Italia nel lutto.

Ma egli rispondeva di avere la coscienza tranquilla, di nulla avere a temere, non volere quindi volontariamente abbandonare la patria e la famiglia, e restò. La notte del 24 luglio 1849 la casa abitata dall'Elia, appartenente ai frati di S. Francesco di Paola ed attigua al loro convento, fu circondata da gendarmi papali, da soldati austriaci e da poliziotti.

Parola Del Giorno

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