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Per effetto di questo Decreto, il Triumvirato rassegnava l'ufficio al Municipio Romano unica autorit

A Roma cotesti sassi, la terra stessa ti diranno con quali arti si crei un popolo grande, e creato si mantenga; essi ti rammenteranno come il Senato romano dopo la disfatta di Canne per nulla sbigottito inviasse soccorsi nella Spagna; ed esposto allo incanto il terreno occupato dal campo cartaginese, mentre il nemico instava minaccioso a porta Capena, non pure lo vendono, ma no cavano il maggiore prezzo delle garose licitazioni: imparerai come coteste anime non meno eccelse, che sapienti, invece di empire il mondo con la confessione della propria fiacchezza reputano più disutile vincere co' soccorsi stranieri, che dannoso perdere in solo fidati quando in procinto di rompere la guerra a Pirro udirono come i Cartaginesi spedissero in ausilio di loro cento venti navi mandarono un legato per licenziarle, però che essi costumassero imprendere le guerre, che si sentivano capaci a sostenere senza bisogno di soccorsi; altrui.

Le discordie cittadine, l’ire di parte, e le guerre degli Stati d’Italia piccoli o grandi fra loro, non erano nel medio evo che l’effetto di un assoluto municipalismo che, insieme al concetto cosmopolita, tuttor dominante, dell’impero romano, non faceva lor concepire neppur l’idea di nazione fosse pur federata, non che quella della sua unit

Il governo Romano richiamò a Roma il Roselli col grosso delle forze; e lasciò Garibaldi con una brigata coll'incarico apparente di liberare i confini dalle masnade dello Zucchi, ma con quello reale di tentare l'impresa dell'insurrezione del Regno di Napoli.

Ma forse che i romani e gl'italiani, sempre sognatori del rinnovamento del primato antico, sperarono, credettero riaverlo sotto quel nome d'«imperator romano». E forse alcuni altri sudditi di Carlomagno qua e fecero fin d'allora quell'altro sogno, che veggiam fatto retrospettivamente a' nostri stessi da alcuni poeti politici: il sogno, dico, di una cristianitá riunita intorno a due centri, due capi, l'imperatore e il papa; il sogno della perfetta feodalitá, risalente dall'ultimo valvassino ai valvassori, ai vassalli diretti, ai re, all'imperatore.

Don Domenico restò qualche tempo a riflettere, poi proruppe: In fede mia, no: io non posso nulla fare per voi. Di un cattivo prete, toccato dalla Grazia ed inscritto al Gran Libro, si può ancora, a peggio andare, tirare un vescovo, un monsignor romano, un canonico, un abate. Ma voi avete su di voi gli occhi della polizia e siete povero. Accomodate ciò, se potete.

Questo nome di «lira» non è che un'ombra o immagine restata dall'antica libra o asse romano, che da Servio Tullo fu battuta a principio di rame, di peso di una libbra, che, sebbene poscia era subdivisa in monete minori, detti «simbelli», «trienti», «quadranti», «sestanti», «once», «sestoli», ecc., conforme la qualitá del loro peso, ve n'erano però anco delle maggiori, che pesavano due libbre l'una, dette «dupondi», ecc.

Proclamiamo che tutto il mondo apparente deve precipitarsi su di noi, amalgamandosi, creando un'armonia colla sola misura dell'intuizione creativa; che una gamba un braccio o un oggetto, non avendo importanza se non come elementi del ritmo plastico, possono essere aboliti, non per imitare un frammento greco o romano, ma per ubbidire all'armonia che l'autore vuol creare.

Siccome le cose strane difficilmente si acquistano fede dove non vengano manifeste le cause che le rendono ordinarie, e naturali, così i ricordi dei tempi raccontano come Papa Clemente fosse condotto ad abbracciare simile partito dalla solenne avarizia che lo dominava, imperciocchè non assegnò stipendio di sorta alcuna al Duca; anzi lo aggravò di tante spese oltre a quella di sostenere la carica con la splendidezza conveniente a gentiluomo romano, che tra per queste e tra il danaro impiegato per liberarlo dalla condanna, la nobilissima casa D'Altemps ne sentì scapito tale, che indi in poi non si è più mai riavuta.

L'Arco di Settimio Severo, una delle più severe ed importanti ruine che adornano il Foro Romano, copriva una catacomba, ed in quella conferivano i trecento prodi, e congiuravano per la liberazione della patria, in una sera di settembre del 1860.