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Il che non altro vuol dire che, essendo cresciute di valore quelle monete, tanto valeva da ultimo l'asse di mezz'oncia quanto valsero dapprima gli assi d'una libbra; o, per dir meglio, un asse antico d'una libbra valeva ormai 24 assi de' nuovi.

Con quella donna ci voleva giudizio, e l'amore, che lo fa perdere a tanti, ne dava al giovine naturalista una libbra di più.

Ma, se nell'argento sará allegato rame od altro metallo, si dice di tante once di bontá quante in una libbra ne sono d'argento fino; onde «argento di bassa lega» si dice ancora quello che ha molta lega di altro metallo, come si dice dell'oro.

Erano questi tornesi, secondo Bodino, di bontá di once undici e mezza per libbra e di peso una dramma; ed il fiorino di Firenze era anch'egli di peso una dramma, ed era di bontá di 24 caratti: onde veniva a valere in que' tempi un'oncia d'oro quanto once undici e mezza d'argento a fino per fino.

E, per render alquanto piú facile l'intelligenza del detto concetto, ne darò ancora questo piccolo esempio. Sará qualcuno che si troverá avere una libbra d'argento fino, la quale nel monetarla sará apprezzata lire 72 d'imperiali.

Dunque hanno di fino ciascun testone grani 178-3/4, ma una libbra d'argento fino contiene grani 7680 in ragione di grani 640 l'oncia. Secondo quel peso, adunque, con una libbra d'argento fino si fanno testoni 43 meno 6 grani, che, a 30 baiocchi l'uno, vagliono 64.9.

Ed ecco come il sesterzo e gli altri, anzi le lire stesse diventarono immaginarie; perciocché, sebbene erano cosí nominate, non contenevano però piú quel valore quel peso che il loro nome indicava. Giá l'asse di rame, che pesò a principio una lira, era ridotto solo a mezz'oncia, e nondimeno «libbra» chiamavasi; e il denaro d'argento, che doveva valer dieci, era passato a 16 lire.

Imperocché, se io dimando quanto vale una libbra d'oro, e mi venga risposto 14 libbre e tre quarti d'argento; ed io di nuovo chiegga: Dunque, quanto vale una libbra d'argento? pare sia improprietá il dire ch'ella vale 4/59 d'una libbra d'oro, e molto piú proprio sembrerebbe l'aver un'altra comune misura del prezzo d'ambidue, alla quale si riferissero.

Queste monete, levate di zecca, ascenderanno alla somma e valore delle dette lire 72; e, se delle istesse monete egli pagherá al zecchiere la sua mercede, vero è che non gli tornerá in mano la sua libbra intiera del detto argento, nemmeno saranno lire 72.

Rocco, sull'entrata dell'antico fondaco, armato il cucuzzolo d'una berretta d'incerato, rimboccate le maniche della camicia, rimestando col pestello nel sonoro mortajo, era il tipo vivente di quella figura di garzone che sullo sfianco delle imposte di ogni bottega di droghiere e d'ogni fabbrica di cioccolatte vedesi dipinto da qualche Michelangelo da colombaie. Non c'era nessuno fra le pratiche del negozio che, capitando per la libbra del zucchero o del caffè, per l'oncia del pepe o del ginepro, non dicesse passando un motto a Rocco; il quale, dove appena gli facesse un cattivo quarto di luna, rispondeva per le rime, proverbiando ognuno a sua posta. Buon , matto; che novit