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È dunque la moneta presente l'ultima coniata in quella zecca.

E per questa ragione sola con ogni giustizia non deve correre nelli regni d'altri prencipi, ma portarsi in zecca e pagarla secondo il prezzo che si paga l'argento. Lascio di dire quanto disconvenga che nel Stato d'un prencipe grande corra la moneta forastiera.

Questo, messosi a leggerla, quando fu a un certo punto, tutto compreso di maraviglia, e non potendo reprimere la voglia di ridere, guardò in faccia al conte dicendo: Avrei creduto si trattasse di far la ricevuta di una sommetta di ducati nuovi di zecca, non gi

Era un quartierino modesto e tranquillo, in Via della Zecca, ceduto a Varedo insieme a gran parte della mobilia da un collega dell'Universit

Diplomi del 18 e 25 maggio 1275, ai maestri della zecca di Messina, allegati dal sig. della Rovere nell'opera citata, cap. 4; ove si legge che nella nuova moneta di denari entravano 7 tarì e mezzo di argento in ogni libbra di lega; e sopra ciò si ragiona il guadagno dell'80 per 100, che risponde a' detti del Neocastro e del D'Esclot; il primo de' quali afferma che il valor edittale della nuova moneta montò a trenta volte sopra l'antico, non che sopra l'intrinseco; e il secondo attesta il rapidissimo calar di questa moneta dopo la distribuzione.

Sappiamo infatti da scrittori e da documenti contemporanei che nel 1627, sotto la reggenza del medesimo Pietro Morosini, furono de' grossetti ivi allora battuti recati alla zecca nostra. Chi venne incaricato dell'assaggio di queste monete le riscontrò a peggio 238 per marca, ad un titolo cioè di molto inferiore al legale. Quale però si fosse questo titolo legale a cui doveano attenersi gli zecchieri albanesi, non si può agevolmente conoscere. La rarit

Dalle monete battute per l'isola di Candia nella veneta zecca, passiamo ora a quelle che per dolorosa necessit

Sennonché, qualora la terminazione surriferita avesse effettivamente avuto esecuzione, sarebbe molto difficile che non si fosse conservata fino a noi alcuna moneta di Modon o di Coron, battuta sotto Pietro Gradenigo e sotto i costui successori fino ad Andrea Dandolo. Eppure a nessun pezzo di Pietro Gradenigo, di Marin Zorzi, di Giovanni Soranzo, di Francesco Dandolo e di Bartolomeo Gradenigo non puossi applicare il nome di tornese; dal disegno prender argomento a tenerli altrove battuti che nella zecca di Venezia. Escludendo il ducato d'oro che si possede di que' dogi, le monete conosciute di Pietro Gradenigo sono le seguenti: il [I[piccolo]I] coniato la prima volta da Sebastiano Ziani sul modello de' denari imperiali, il [I[grosso]I] cuso primamente da Enrico Dandolo, il [I[marcuccio]I] di bassissima lega che pure avea dato fuori il doge vincitore di Costantinopoli, il doppio[I[ quartarolo]I] e la sua unit

E, se si dicesse che in quel tempo correva la moneta spagnola in Regno, che non conclude la prova, tutto questo si concede: ma correa ancora dalli 1590 insin alli 1605, nel qual tempo il cambio era alto e andava tanta quantitá esorbitante in zecca, a rispetto del tempo nel quale il cambio era basso.

Che la introduzione del torchio abbia a riportarsi a quest'anno, ce lo fa sapere, oltre la terminazione de' Pregadi del 15 marzo 1755, la iscrizione che ancora si legge in zecca: AURO Reca però maraviglia che il torchio si destinasse esclusivamente a' talleri fino alla caduta della Repubblica.