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Non so che altri dogi, fuorché Antonio Priuli, abbiano coniata questa moneta, non ovvia a trovarsi. Il suo peso, in due begli esemplari che n'esaminai, uno alla Marciana e l'altro al Museo Correr, mi risultò di k. 18. 3. cioè pari al pezzo da 30 tornesi del primo tipo. Ma donde sorse mai così strano caso, che due monete di peso e titolo identici e d'epoca uguale, variino nel valore? Potrebb'egli ritenersi forse che la eccedenza nel pondo della moneta da 30 tornesi coll'iscrizione latina, avesse consigliato a sminuirla e a stampare i pezzi gi

Questa moneta ha nell'intero un diametro di m. 0,040, e reca nel suo diritto un busto di donna coperta d'ermellino le spalle, del berretto de' dogi il capo, e rivolta di profilo alla destra del riguardante; all'intorno le gira la epigrafe RESPUBLICA VENETA. Nel rovescio, entro uno scudo, ricco di cartocci nel suo ornamento esteriore, sorge il leone alato e nimbato, rampante verso la sinistra e che tiene nelle zampe anteriori aperto il libro de' Vangeli; gli gira intorno la leggenda FRANC : LAUREDANO DUCE 1756 (in altri esemplari 1761). Il contorno del pezzo è formato di linee parallele inclinate. Due tipi diversi conosco del diritto di questa moneta, oltre la variet

Sollevaronsi e diedero il primo esempio d'una lega quattro cittá orientali che se ne daran vanto un , Verona, Vicenza, Padova, e Treviso; alle quali s'aggiunse Venezia la forte, la savia, che aiutata da sua situazione, e costante sotto a sua antica aristocrazia e a' suoi antichi duci o dogi, aveva sola saputa accrescere, compiere, mantener sua indipendenza, ed or temeva per essa e vi provedeva bene cosí.

E il 2 aprile, Venezia, col voto unanime dei suoi rappresentanti raccolti nello storico palazzo dei Dogi, decretava la resistenza a ogni costo. Santo e nobile voto che riscattava lunghi anni d'ignavia, ed evocava in quelle aule famose lo spirito della grande Repubblica.

E se gli accidenti della sua vita fossero sempre stati tali da non metterlo nella condizione appunto di dover sottostare ad una di quelle leggi, noi non avremmo a narrare la presente storia, e il nome di Candiano forse sarebbe registrato ne' fasti dei dogi veneziani. Ma l'aver egli avuta troppo spregiudicata la mente, l'animo troppo generoso, e il cuore troppo buono, fu causa d'ogni sua rovina.

Soltanto una parente di Venezia, che contava cinque dogi nella sua famiglia, regalava ogni tanto all'Orsolina gli abiti smessi, e a Santa Lucia mandava una cassetta di roba per la bimba. Per tutto ciò eran rimasti delusi e malcontenti, non avendo altro che il titolo da sfoggiare e da godere.

Comparvero fra gli sbirri, alcuni Italiani ammanettati, salirono sul palco, e rivolti verso il palazzo dei Dogi si udirono condannare a morte, e al carcere duro per aver osato sognare l’indipendenza della patria dallo straniero; e questa sentenza veniva letta da un curiale austriaco da quel palazzo, in quella piazza eretti da un popolo libero, ove tutto attestava quattordici secoli di indipendenza, contro un dominio usurpato da circa nove anni senza l’assenso dei veri padroni.

Dopo che i suoi vecchi eran stati generali, ammiragli, dogi!

Leonardo Bollati era rimasto quasi sempre immobile alla finestra. Sporgendo la testa fuori del davanzale, egli vedeva sotto di nel terrazzo del primo piano la famiglia del lord che, insieme con altri connazionali, godeva, come di uno spettacolo, di quella rivoluzione pacifica. E la famiglia del lord, di tratto in tratto, levava gli occhi e vedeva lui, the scion of the Doges, il discendente dei dogi, e lo mostrava agli ospiti, appollaiato in alto, sotto la grondaia, come una civetta. Quando le grida di Viva San Marco si fecero più romorose e più generali, gli Inglesi si misero a guardare in su con una curiosit

Si volse a sinistra, ed un quadro maraviglioso si presentò ai loro sguardi. Il viale metteva capo al lembo di un burrone. Di fronte, si rizzava altissimo uno scoglio rossastro a foggia di mitra, sormontato da un picco, come il corno dei dogi di Venezia.