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CINTIA. I dolori mi son fatti tanto familiari che mai quasi non m'abbandonano. ERASTO. Cintio mio, perché conosco l'amor vostro verso di me, piglio animo di avalermi del vostro favore: i' vorrei pregarvi di molti favori che mi premono ben assai. CINTIA. Ho caro me si porga occasione onde possiate accertarvi dell'amor che vi porto. ERASTO. Ditemi prima: che sai d'Amasia mia?

Non dico di no; ma conosco poca gente... Se io potessi mettermi agli ordini suoi... Oh, grazie infinite, ma io...

Lei non conosce... non ha mai avuto nessun rapporto con quell'orso.... del nord? Non conosco il Kloss, ma conosco il suo procuratore, il signor Galli, esclamò il Perego, che ormai aveva capito tutto.

«O mio dolce Signore, io null'altro desidero che morire per voi: serbate la mercede ad altri che se la fanno cagione dell'opere; io non vorrei che un premio, e questo conosco troppo alto per me, gi

ESSANDRO. Diasi colpa ad amore la cui legge è fuor d'ogni legge: conosco l'errore e, il confesso, merito la penitenza, ne chiedo perdono. GERASTO. Cosí farò io a te: dopo l'errore ne chiederò perdono. ESSANDRO. Questi sono errori di giovani. GERASTO. Ti farò conoscere che sono piú giovane che tu non pensi. ESSANDRO. Amor fu colpa del tutto. GERASTO. Non è amore ove si toglie l'onore.

Qualche tempo prima, uno sportsman offrì di scommettere contro il senatore John Morrissey, gran mangiatore anche lui, che avrebbe trovato un uomo capace di mangiare un tacchino di ventitrè libbre in un pasto solo. Prima di accettare la scommessa, Morrissey volle sapere il nome del mangiatore e quando intese che era Ellison: Lo conosco rispose, e non volle scommettere.

Al punto, che io non mi lamenterei degli stivaletti rotti per andarlo a vedere. Lo compiango: tu ne farai un idiota. Ciò mi riguarda. Io pretendo farne un angelo del paradiso. Ma dimmi il nome della vittima che gittate nei miei artigli. È il duca di Balbek. Lo conosco... e l'odio. Come ciò? Un quindici giorni fa, io era sola sola in un palco agl'Italiani.

O felice coppia d'amanti! veramente conosco Erasto molto diseguale a lei di merito; e se mai lo desiai di maggior qualitá e valore, lo desidero ora accioché fusse meritevole di tanta donna. ARREOTIMO. Che dunque pensate di fare?

ERASTO. Veramente la gentilezza e la cortesia di Cintio è incomparabile, e conosco che m'ama lealmente.

Ma a proposito della piccola Diavolina, che diamine v'è saltato in mente, mio caro, di applaudirla a quel modo? Siete il suo valet de coeur? Che! non la conosco neanche per prossimo.