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Ora Melodia, sentendo parlare di morte, interviene dominando la conversazione: In guerra, non ebbi mai la paura di morire. Son sicuro che non l'avrò neanche nella prossima battaglia. Però, la conosco... La provai lontano dal fronte, in condizioni veramente eccezionali. Ero all'ospedale di Torino, un anno fa, per la mia ferita. Gi

»Io con quella ingenua furfanteria che mi conoscete «Padre! dicevo con voce melliflua. Gettate un po' più sottoriva. »Aggiungevo così lo scherno al delitto! »Povero padre! conosco oggi, quanto bene mi voleva quella santa creatura. Egli senza alterarsi dopo d'aver faticato invano per un un bel pezzo, mi disse: Vieni, saremo più fortunati domani

Sta bene. Alla peggio, se costui ha le idee matte, saprò guarirlo io: la conosco da un pezzo la superbia de' pitocchi; pare che minacci il mondo; ma d

Conosco il valore di quelle scritte, e l'uso che se ne potrebbe cavare... Allora? Allora, io li conservo come se mi fossi un sepolcro! Ma non è codesto che era stato convenuto con la duchessa.

Non amate le rose? le chiese Paolo Spada. .... . Forse amate qualche altro fiore, specialmente? No, nessun fiore, specialmente. Io ho amato molto il giglio, una volta, poi le violette di Parma, poi le orchidee.... Che sono, le orchidee.... Certi fiori molto rari, molto strani.... Non li conosco mormorò ella, distratta. Pure, un lieve pallore l'aveva scolorita. Egli non se ne accorse.

Tra i molti e bei tipi di giocatori che conosco, uno dei più singolari è il commendatore Leopoldo Bonicelli, bolognese, capo-sezione ai ministero della guerra. Tutte le sere, dalle nove alle due dopo la mezzanotte, egli va a giocare in casa del generale Gandolfi, appassionato cultore anche lui del picchetto e dell'écarté.

Insomma replicò infastidita Lucilla io non capisco niente, io non conosco i miei obblighi. Sono una sciocca.... Le ragazze di garbo si trovano a Valduria. Oh Lucilla, quanto sei ingiusta!... Ma , sono ingiusta, son tutto quello che piace al signorino proseguì con petulanza la fanciulla.

Vedendo dunque entrare lo scultore, la Elisa premette sul braccio del marchese e gli fece fare una mezza girivolta. Come va la vostra Venere contemporanea? domandò a Rubieri andandogli incontro. La creta o la creatura? domandò Rubieri. Ma la creta! rispose la Elisa di una modella che non conosco io non mi curo certamente.

Eh! non può darsi. Io conosco la tempra ostinata di Gisulfo, e quanto superbo ei sia. Ho per sicuro che alcun altro vorr

Io non le chiamo belve perchè farei torto ai lupi, appongo aggettivi, perchè non ne conosco veruno abbastanza orribile che loro si attagli: alla presa di Orange il Serbelloni fece precipitare sopra spuntoni, alabarde, e picche gli ugonotti, appenderli e tuttavia vivi arderli a lento fuoco; le donne, svergognate prima, poi messe a bersaglio dagli archibusieri, o impiccate fuori delle finestre; dei fanciulli non si parla... le gentildonne le quali innanzi di patire oltraggio si erano uccise, furono esposte ignude alle scede della ciurmaglia con corna ficcate nelle parti sessuali: parecchi perirono negli spasimi di scottature cagionate dall'arsione di Bibbie di Ginevra abbruciate sopra il corpo loro.