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A che pensa? domandò Loredana, sorprendendo gli sguardi del giovane. Penso che le ho dato un dispiacere senza volerlo, come un imbecille! rispose il Candriani irritato contro se stesso. No; è meglio che io sappia. Non dirò una parola a Filippo, dichiarò la fanciulla. Berto emise un sospiro di sollievo, che fece sorridere involontariamente Loredana.

Inutilmente Emilia, aveva tentato di staccarne gli sguardi. La curiosit

Che è stato?... Perchè gli sguardi di Re Cucurbio errano smarriti in quel folto laberinto di nasi che formano il cortegio di re Piperio!...

Perciò non mi ero mosso, sentendo replicatamente picchiare all'uscio; perciò non mi ero sollevato dalla poltrona vedendo quel bel bambino biondo, coi riccioli spioventi attorno al collo e i grandi occhi interroganti e il sorriso ancora più interrogante degli sguardi, affacciatosi all'uscio cautamente da lui aperto. Dormi? mi domandò.

I lumi scintillavano nelle rustiche stanze; Sui talami nuziali scendevan le esultanze; I vecchi accarezzavano le coltri cogli sguardi; I bimbi sonnecchiavano. Alcuni, più testardi, Strillavan nella culla con noiosi lamenti. La nenia dello gocciole dalle gronde cadenti, Come un canto materno, diceva lor: "Tacete!"

Dopo lunga pausa, durante la quale tutti gli sguardi erano rivolti in lui: Se il punto di partenza è la Germania, disse Manfredo, la prima cosa a cui si devo pensare è la via per cui di l

|Di un libro sulla romanticomachia .| Questo libretto uscito di fresco agli sguardi dei torinesi è anonimo.

Il suo bel volto era grave, tanta convinzione eravi ne' suoi sguardi, la sua voce era persuasiva, che quei due uomini ne furono colpiti; si sentirono tratti ad udirla, senza osare domandar di più. Parlate dunque, signora, disse il cavaliere di Malta. , parlate, ripetè l'ufficiale.

Mangiarono in silenzio, senza guardarsi; Filippo e Loredana anzi, dimenticavano spesso di mangiare e restavano con gli sguardi perduti nel vuoto. Piero cambiava le posate, senza che il conte avesse toccato cibo; anche Piero era costernato per quello spettacolo di tristezza.

"Nell'Italia nostra (vi si diceva) vi sono tuttavia gli Aristotelici delle Lettere, come vi furono della Filosofia; e sono quei tenaci adoratori delle parole, i quali fissano tutti i loro sguardi sul conio di una moneta, senza mai valutare la bont