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Aggiornato: 5 gennaio 2025
Una moltitudine nel complesso ancor bene satollata e ben pasciuta, poco di denaro e poco di ricchezze se vuolsi, ma tali però ancora che non potevano promuovere eccessivi lamenti; qualcosa in ombra, in barlume bensì di sovvertimento, di rovina, di confusione ma, di cui le intelligenze volgari non potevano avere nessun sentore; epperò nel complesso di tutta quella vasta famiglia, quel che si direbbe tranquillit
Affrena alquanto questi lamenti e le lagrime e 'l duolo. Dimmi quel c'ho da fare. FILOCRATE. A queste notti, chi era quello che sí destro entrava ne le camere vostre? Ove è l'onore? ove è la castitá? dove è l'offizio che conveniva a saputa servente? Devevil comportar? FRONESIA. Guarda, Filocrate, che non ti inganni; perché veramente io non intendo quel che voglia dire.
Rosen, come tutte le nature vivaci, ma deboli, era vile dinnanzi al dolore. I suoi lamenti fecero accorrere il signor Caupin che, non ostante le sue proteste, si affrettò a mandare pel medico.
Oh beata Ungheria, se non si lascia piu` malmenare! e beata Navarra, se s'armasse del monte che la fascia! E creder de' ciascun che gia`, per arra di questo, Niccosia e Famagosta per la lor bestia si lamenti e garra, che dal fianco de l'altre non si scosta>>. Paradiso: Canto XX Quando colui che tutto 'l mondo alluma de l'emisperio nostro si` discende, che 'l giorno d'ogne parte si consuma,
«Ah! è dunque vero,» disse, e tornato a guardare il Fossano, e alternativamente volgendosi ora al Gritti, ora a lui, «Oh orrore!» proruppe finalmente, e si strinse all'Alberigo, che perplesso e attonito non aveva nè parole, nè lamenti, nè imprecazioni.
Voglio, prima, di questo consigliarmi con Sofomide mio. E, se ci è via che la possa lasciar, che a l'onor mio, mancando, non mancassi, anzi morire son risoluto che mi ponga in casa un drago tal, sí velenosa vipera m'allevi in seno. PILASTRINO. Io sono stato un'ora a sentir questo pazzo. Che può avere? Tanti lamenti e tante bravarie!
Tristo a chiunque si fida di loro! ché, insino ch'elli hanno necessitá del fatto tuo, t'empromettono, ti giurano, vogliano teco partire el Stato e darti le migliaia de scudi d'intrata e fannoti mille scritture, mille patenti, mille oblighi, ch'in ogni altra persona ch'ad onorato vivere attende vituperevole cosa sarebbe; per ciò che, come non hanno piú di bisogno di te, ti stracciono quanti contratti, quante scritture te hanno fatte e quello che giá fu tuo donano ad un altro e, se tu ti lamenti, cercono di farti uccidere e pensono che 'l mancar di fede sia loro molto onorevole e, se pur voglino mostrare de favorirti, ti dánno moglie sí come a me el mio signore ha fatto.
La fanciulla impallidiva, un cerchio nero le si formava sotto gli occhi; si decise a non farsi veder più. Si chiuse ogni sera per otto giorni nella sua stanza, fremente d'impazienza, soffocando i suoi lamenti.... Una sera Lulù entrò nella camera: Vuoi farmi un favore? le disse. Che desideri? Ho bisogno di scrivere un bigliettino. Roberto è solo, fuori il terrazzo. Va a fargli compagnia tu.
Poi fu silenzio sin verso l'ora di desinare; silenzio, dico, d'armi e d'armati, perchè i borghigiani rimasti tirarono innanzi a fare per le vie, i capannelli, i lamenti, i sinistri presagi.
Fu poeta anch'egli, e compose, secondo l'opinione comune, un libro di cantici sacri in dialetto galiego e due altri libri in versi castigliani: l'uno intitolato dei Lamenti, l'altro il Tesoro. Se le monete fatte battere dal re Alfonso erano di sí bassa lega come i suoi versi, bisogna dire che egli fosse un gran ladro.
Parola Del Giorno
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