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Come sacri turiboli d’incenso Olezzan gli orti ove il tuo canto va, O sconosciuta sotto il cielo immenso, O cor che parli ne l’oscurit

Come più m'avicino ai muri illustri, l'opra più bella e più mirabil parmi. E seppi poi, come i demoni industri, da suffumigi tratti e sacri carmi, tutto d'acciaio avean cinto il bel loco, temprato all'onda ed allo stigio foco.

E neppure quando si seppe che il padre Apollinare profferiva al giovine Celso di venirne a star con lui, e ch'egli avrebbe pensato ad avviarlo negli studii teologici, e a dargli poi modo d'entrare negli ordini sacri, nessuno potè farsi ragione del come la cosa fosse accaduta, del come la dovesse riuscire.

L'abbate rompe i vasi sacri e d

Per cose sacre intendonsi quegli oggetti, che non sono persone luoghi sacri, ma che sono consacrati al culto divino, come gli ornamenti e i vasi sacri. E' certo che è un orribile sacrilegio abusare di queste cose per compiere atti turpi, per esempio, servirsi falsamente e con intendimenti lascivi dell'acqua benedetta, dell'olio santo o della sacra Eucaristia.

Disputano i teologi se gli oratorii debbansi o no annoverare fra i luoghi sacri. Se essi sono pubblicamente destinati alla celebrazione dei divini uffici, se i fedeli al suono delle campane o in altro modo chiamati vi convengono indistintamente, o se non appartengono a privati cittadini, il caso non sembra presentare difficolt

E come fare poi? Niente di più facile le monache Orsoline non hanno penuria di danaro, perocchè esso suol entrare anche nei luoghi sacri. Io faccio un quadro di grande formato, che rappresenti a mo' d'esempio: Il Parlatorio del Convento di monache. Violetta, nel quadro in parola, sar

A poco a poco vennero le confidenze, i racconti, le storie. Quante domande, quanto desiderio di espansione dopo lunga separazione, così grandi avvenimenti, così atroci dolori! Quante carezze, quanti dialoghi, che gli stranieri avevano troncati, e che la patria vendicata rendeva sacri e soavi nella intimit

Io di carcere usciva egro, e piangendo Il mio buon Federico e gli altri cari, Cui dato ancor da quel recinto orrendo Rieder non era ai desïati lari: Poscia esultava, Italia rivedendo, Ed alfin temperando i giorni amari Fra gli amplessi de' miei sacri canuti, Per me lungamente in duol vissuti. E omai da un lustro tutto ciò trascorse!

Niente di politica spicciola, di quella che si vorrebbe gabellare per politica grande: niente pei diritti temporali del Papa, e niente contro la miscredenza del secolo: a farla breve, nessuno dei luoghi comuni, esercizi retorici e pistolotti della poco sacra eloquenza dei sacri oratori del giorno.