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Quale il fiume superbo, ove ancor piange Cigno sul caso di Fetonte indegno; O quale il Nilo sconosciuto o 'l Gange, Se 'l freno usato ha de le ripe a sdegno, Dilaga orrendo in gran diluvii, e frange Ogni argine, ogni sponda, ogni ritegno, E biade e selve e ciò, che opponsi intorno, Ne porta al mar su l'implacabil corno.

Questi però, nuovamente consultato da me, era stato più esplicito dell'altra, volta. La chirurgia non fonda la sua diagnosi su intuizioni, come la medicina, ma su fatti che si possono ripetutamente osservare. E aveva parlato a lungo, con qualcosa di compassionante, di ironico nella voce, dopo che io gli avevo risposto: È orrendo che la Natura o l'accidente vietino a una donna di esser madre!

Nei suoi tragici occhi passava la visione spettrale dei suoi figli morti, straziati tutti, dilaniati tutti dal Male orrendo che si accovacciava nei loro petti, che scivolava, subdolo, nelle loro gole, che balzava su di loro e li strozzava appena giungevano al limitare della giovinezza. Ed ora, dunque, anche Edith?

Fin dal momento in cui fu lasciato solo in uno de' camerotti del castello, e udì chiudersi l'uscio di fuori, un orrendo sospetto avea fatti rizzare sull'adusta fronte di lui i pochi e bianchi capegli, e per la prima volta potè accorgersi che significhi lo spavento e il terrore, e nell'intenso suo raccapriccio potè misurare tutti i dolori onde egli era stato autore altrui in tanti anni di dominio, di violenza, di ferocia.

Ella non rispondeva: aveva capito e stava pensando che cosa dovesse fare, che cosa il suo amore chiedesse da lei, e tutto le pareva orrendo. Cercava dentro il cuore l'energia per il domani, e sentiva il cuore gelido, come pervaso repentemente da un veleno mortale.

E del saver tra' figli tuoi sia duce Non maligna arroganza, invereconda, Ma quella che ad ogni bene induce; Quella fede che agli uomini feconda Le mentali potenze, a lor dicendo, Ch'uom non solo è dappiù di belva immonda. Ma può farsi divin, virtù seguendo! Ma dee farsi divino, o di viltate L'involve eterno sentimento orrendo!

CRISAULO. E che potresti cangiar se non que' panni e quella pelle? o 'l vizio orrendo che non potrá mai mancare in te? poi sai che non possiamo, per noi stessi, cangiar stato e fortuna: ché s'appartiene al ciel. PILASTRINO. Ti vo' insegnare. Avremmo prima a tramutar la robba: verbi gratia, la tua fa' che sia mia. Tu voglio che ti chiami Pilastrino; ed io sarei Crisaulo.

Oh provvidenza!» E senza più s'allontanò da Candiano, che stordito e muto lo accompagnò coll'occhio finchè scomparve affatto. Quando si volse vide ancora il Gritti innanzi a lui, ritto, immobile, orrendo, che brandiva ancora lo stiletto. Candiano restò immobile un pezzo; poco dopo il Gritti lo vide cader ginocchioni a terra.

Egli ancor non tacea, quando sen viene Lo strale ingordo, ma sel prende a scherno Lo scudo immenso, e' suoi furor sostiene Con l'alta tempra de lo smalto eterno; Giassarte ove il mirò, gonfia le vene E di veneno e di disdegno inferno Oltra l'usato, e mosso fu stringendo La scimitarra, a rimirarsi orrendo.

Ma la guerra era per finire: ogni giorno ne arrivavano notizie liete per noi, e ogni giorno si sentiva più che mai il bisogno di liberarsi da quell'incubo orrendo. In questa nervosa impazienza ero anch'io. Avevo ancor gli occhi pieni di quelli spettacoli atroci, da' quali m'era sembrato addirittura che ogni cosa più bella della mia esistenza fosse quasi per essere demolita o trasformata.