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Intanto giungevano le carrozze stemmate, e, mandando un po' indietro la calca dei curiosi, si fermavano dinanzi al portone. Lo staffiere saltava giù da cassetto, apriva lo sportello, e, col cappello gallonato in mano, distendeva i gradini ripiegati dello smontatoio.

Il redattore-capo e il cronista, tutti e due in giubba e cravatta bianca, stavano in cima alle scale, in un salottino che metteva nella grande biblioteca, e salutavano quelli che giungevano, si presentavano scambievolmente le persone che non conoscevano; e se arrivava una signora, erano pronti a offrirle il braccio per condurla in sala, dove Maria, seduta sopra una ottomana fra la moglie dell'onorevole Carrani e donna Teresa Sorani moglie di un ex-presidente del Consiglio, accoglieva col suo fare schietto e disinvolto le signore che le venivano presentate, e sapeva farsi ammirare da loro, come si faceva ammirare dagli uomini.

Pochi istanti dopo, i carabinieri, i quali ai cenni dell'oste avevano sollecitato il passo delle loro cavalcature, giungevano sul luogo. Orsacchio era morto sul colpo. Gina dalla vista di quel sangue era mandata in una di quelle crisi che l'assalivano di quando in quando. I carabinieri, udito sommariamente il fatto, cacciarono gli speroni ne' fianchi ai cavalli, e via di gran corsa dietro la carrozza di Gustavo, la quale era gi

Parlavano, parlavano l'uno all'altra, e con molta espansione. Il bel cielo fulgido, i fiori, che mandavano i più soavi e svariati profumi, il canto di due usignuoli, il mormorare di una cascatella, il cui getto argentino scorreva nel mezzo d'un boschetto, eran propizii nel disporre alle confidenze due cuori innamorati. Giungevano in quel punto a una estremit

Damigella Maria, Margherita e don Marco, giungevano intanto alla soglia della palazzina; e questi veniva messo dentro dalla cieca, in una stanza terrena, dove nella state si soleva raccogliere la famiglia a godere il fresco. «Maria disse egli io aspetto qui suo cognato; vorrei parlargli da solo, gli dica che col suo comodo ci venga un momento

Verso le dieci della sera, i nostri tre amici giungevano alle Terme di Caracalla, ove sappiamo che i trecento dovevano riunirsi. Padroni del mondo e ricchissimi delle sue spoglie, i Romani si diedero al lusso, alle gozzoviglie ed agli eccessi d'ogni specie. Fastidiose ed insopportabili divennero loro le fatiche del campo, l'aratro e l'armi che tanto avevano influito a mantenerli sobrii e robusti.

Per lo appunto, signore rispose Maria. E precedè il conte alla camera da letto del duca. Tob gli portò i giornali. Adriano non vide in quella camera che il piccolo mobile cui gli aveva indicato Vitaliana. Accese un sigaro, aprì il Debats, e, in leggendo e fumando, cominciò a passeggiare. Si fermava di tratto in tratto per udire i rumori che giungevano fino a lui. Qualche minuto scorse.

Si rise, a quella trovata, e l'allegria fece parere meno lunga la salita. Quindici minuti dopo, come aveva detto il signor Aminta, i cavalli giungevano trottando davanti alle prime case di Querciola peggiore.

Il soldato, acuto osservatore e facile al biasimo in Francia più che altrove, indovinava e scemava di fiducia nei superiori e quindi di spirito di disciplina. Fondato sulla corruzione, l'Impero periva per essa. Le relazioni che giungevano a Luigi Napoleone sugli apprestamenti di guerra e sulle condizioni dei corpi erano menzognere: il vero avrebbe svelato i guasti operati dalla cupidigia. Quelle che gli dipingevano la Germania meridionale pronta a sollevarsi contro la Prussia erano egualmente false: il danaro profuso a cospirare per Francia tra i cattolici di quelle terre e che di fronte al senso della patria germanica sarebbe pur sempre riuscito inefficace, aveva impinguato le borse dei segreti incaricati di quel lavoro. E copiatore infedele dello zio Luigi Napoleone non verificava, credeva: ingannatore, ingannato. Quando, dopo il suo giungere al campo, gli rifulse il vero, era tardi. Davanti a un esercito nemico mirabile per esattezza armonica di tutti i rami d'amministrazione militare, per capacit

Giungevano gli ultimi giorni di Carnevale e la Conversazione lasciava per la storia del Carnevale il famoso massone, che ripigliava in quaresima (n. 8) con una sfuriata contro tutti i cagliostri e le cagliostrate della societ