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L'ambasciatore d'Inghilterra e l'ambasciatore di Prussia che gustavano anche essi considerevolmente una partita di whist non dimandavano meglio che cedere all'invito del principe di Lavandall, il quale, per divertire i suoi ospiti, andava incontro alle loro inclinazioni.

Mentre non si conosceva ancora il sigaro, il tabacco da fiuto era lo chic per le donne, la delizia degli uomini. I medici non eran tutti d’accordo sulla vera azione di esso; e, come a Napoli ed a Parigi, chi lo vantava salutare, chi lo sprezzava come dannoso alla testa. Federico di Prussia, artistica fusione di genialit

Perfino la corte dello Schwerin non stimò conveniente il parentado con la casa del re borghese, e soltanto la benevolenza personale del re di Prussia procurò alla fine al duca d'Orléans la principessa Elena: une princesse anodine, motteggiò Metternich tra i suoi intimi.

Era bell'e spacciato il nostro Bajaicò, ed i Mille perdevano uno dei migliori militi; ma la provvidenza non so se fosse la stessa provvidenza invocata da Guglielmo di Prussia quando col compagno Bonaparte mandavano al macello Tedeschi e Francesi oppure la provvidenza del papa-re quando facea decapitare i liberali e cercava di vendere l'Italia anche al diavolo se la pagava meglio degli altri la provvidenza nol volle.

L'Italia poi, liberata dalla pressione dell'Austria, rafforzò l'alleanza colla Prussia, la quale era divenuta la prima potenza del continente, fiaccata la Francia, e inseguiva ora in Germania gli stessi ideali che aveva, in Italia, inseguito la Savoia.

Eccoli dunque istallati, il duca di Balbek giuocando con l'ambasciatore di Prussia, ed il dottore avendo per partener quello d'Inghilterra. Il duca ed il dottore giuocavano così in certi saloni, perchè, alla fine della serata, liquidavano tra loro benefizi e perdite. Al club, al contrario, erano sempre partener. La sorte si era mostrata neutra.

Quanto ai benefizi, che Napoleone diceva a Sant'Elena di avere avuto in mente a pro dei popoli ingrati, parole che suo nipote oggi pateticamente ripete, per noi tedeschi ogni discussione seria è chiusa. A Versailles fa bella mostra un quadro: «l'imperatore beneficante la Prussia orientale». V'incontriamo i nostri compatrioti della vecchia Prussia in figure sommamente sospette. Un popolo boreale di barbari in pesanti pellicce, con tanto di barbe, il cui tipo etnologico è dubbio, ma è indubbia la prossimit

Luigi Napoleone dové sentire abbastanza amaramente gli affronti fattigli in pieno viso dalla Prussia; eppure è affatto fuor di dubbio, che dopo la pace di Praga pensò sul serio talvolta a lasciar tranquillo lo stato tedesco. Aveva sperato di vincere in facili cimenti un nemico mezzo trituzzato; ed ora gli stava a fronte la nuova Germania, rigida in catafratta.

Quel fiume ne sorte dippoi più limpido, più maestosamente bello, corre la Prussia, l'Olanda e va a gettarsi in mare sempre lasciando dietro di la più variata vegetazione... Tu parli del Reno! Appunto. Ebbene il Reno presta il suo nome a certi vini che, caro mio, io bevo più volentieri del tuo Champagne e del tuo Bordeaux.

Anche Vittorio Emanuele ambiva di terminare ogni agitazione colle armi alla mano, ed apparecchiava l’esercito; Garibaldi invocava armi e volontari; tutta la nazione voleva combattere. L’alleanza colla Prussia rese possibile la guerra, che finalmente venne dichiarata con generale contento il 20 giugno del 1866. In quel giorno tanto desiderato scomparvero tutte le dissenzioni, tutte le discordie, tutti i partiti; la nazione e il Parlamento furono unanimi. Il re annunziò che riprendeva la spada per la libert