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La rivincita, io rispondevo, l'ho ottenuta il giorno che feci solenne giuramento di non prendere più in mano una carta da giuoco; da quel momento ho guadagnato tutto quello che avrei perduto giuocando, senza tener conto del denaro risparmiato nel vino.... e nell'acqua che vi si trova sovente commista, della salute perduta a forza di disordini, della riputazione pregiudicata a mio danno.

La seguii in una piccola stanza, dal pavimento tutto sconnesso e sporco. Attorno, appesi ai muri, immagini di santi, olivo benedetto, nasse di pescatori, corbelli di paglia, piccole bombole pe' polipi. Una tavola, un lettuccio, due o tre seggiole zoppicanti. Sentite disse lei, appoggiandosi col dosso alla tavola e giuocando col gomitolo io vi volevo chiedere un favore...

Una sera giuocando e bevendo, bevendo e giuocando, ho perduto tutto il denaro che doveva bastarmi per vivere un mese; poi non avendo più denaro, e volendo prendere la rivincita, ho perduto l'orologio, poi la giubba, poi la cravatta... poi il cervello e le gambe, e sono andato a finirla sotto al tavolo!...

In un'ampia stanza che serve nel tempo istesso di anticamera e di sala d'arme stanno raccolti intorno ad un tavolino quattro uomini che con un mazzo di carte ed un fiasco di vino passano il loro tempo giuocando e bevendo allegramente. Vestono tutti la livrea e dalla sua uniformit

Guardando traverso la inferriata vide intorno una tavola un gruppo di carbonai, che passavano il tempo, secondo che fecero i loro padri, ed i più tardi nepoti loro faranno, bevendo e giuocando, in onta agli sforzi poco lodevoli del Padre Matteo lo apostolo della temperanza.

A queste sere, con un soldato che m'alloggia in casa vinsi, giuocando a questo, dieci corbe d'un buon trebbian. ARTEMONA. Debbe essere un bel giuoco. Ma 'l vino è troppo caro. Oh bella cosa! Almen non s'ha passioni, in questo amore, pianti sospiri. PILASTRINO. Sento tutto appunto come loro: benché mai non abbia aúto voglia di morire, com'ogni or dicon essi. ARTEMONA. Di': in che modo?

Lo scopo era raggiunto: io mi sentiva commosso fino al fondo del cuore, sentivo il rimorso della mia condotta, pensando che mentre un uomo laborioso languiva nello squallore d'uno spedale straniero e lontano, mentre una povera moglie desolata, una vecchia impotente, dei bambini innocenti soffrivano il freddo e la fame sotto la neve, io scialacquavo in una notte sbevazzando e giuocando, in crapulosa compagnia, ciò che avrebbe bastato a coprire quei miseri, a farli campare per molto tempo, a soccorrere un infermo, a pagare una vettura che lo avrebbe ricondotto alla sua famiglia senza disagio.

Non si sarìa potuta richiamar con la voce. Dritto davanti a lei, rapida e risplendente Ella fendeva i flutti, e ognor magistralmente Alzandosi e abbassandosi nel variato suo corso, Talvolta si voltava e nuotando sul dorso Guardava il vasto cielo, e sul fianco talvolta Al lido la dolcissima faccia tenea rivolta, Giuocando e andando sempre, come fosse rapita Dai venti e poi talora in estasi infinita Parea dormisse, chiusi gli occhi azzurri e belli, Sparsi sul bianco viso i biondi suoi capelli.

Enrico ed Elisa, primi cugini per parte della madre, erano cresciuti insieme e si erano anche picchiati qualche garontolino giuocando a moscacieca nelle anticamere dell'avito palazzo. Enrico quasi non la riconosceva più, tanto s'era fatta grande, bella e vistosa uscendo dall'et

Vi piaccio dunque... mi amate di più? esclamò Renata correggendosi a tempo, e con una mano sapiente giuocando colla commenda che brillava sullo sparato tutto a pieghe e a ricami della camicia di Prospero. Lo vedete, Renata, non so-ono qui?!... Renata si guardò intorno con un rapido giro degli occhi. Nel buffet non c'era nessuno.