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Don Luigi mi stese la mano e mi disse: Voi che mi parlavate di Tebaide, e mi dicevate oh! le ricordo le vostre parole, Tebaide, dove son vive ancora le memorie bibliche, e gli uomini santi le respirano ancora, e le ripetono con sapienza antica... Vedetela la Tebaide, vedetela la sapienza! Ditemi come è vero che le apparenze ingannano!

Non ci mancava che lui per completare la corona dei santi, dice Guiberto sorridendo.

Egli, usato di vegghiare ne' santi studi, quante volte a grado gli era, cogl'imperadori, co' re e con qualunque altri altissimi prencipi ragionava, disputava co' filosofi, e co' piacevolissimi poeti si dilettava, e l'altrui angosce ascoltando, mitigava le sue.

Questo fatto non può destare meraviglia in chi sappia che cos'è la medicina nel Marocco. La medicina v'è esercitata quasi unicamente dai ciarlatani, dai negromanti e dai santi. Qualche sugo d'erba, il salasso, la salsapariglia per il morbo celtico, la carne secca di serpente o di camaleonte per le febbri intermittenti, il ferro rovente per le ferite, certi versetti del Corano scritti in fondo ai recipienti dei medicinali o sopra un pezzetto di carta che il malato porta appeso al collo, sono i rimedi principali. Lo studio dell'anatomia essendo vietato dalla religione, è facile immaginare a che cosa si riduca la chirurgia. Baster

La lor concordia e i lor lieti sembianti, amore e maraviglia e dolce sguardo facieno esser cagion di pensier santi; tanto che ’l venerabile Bernardo si scalzò prima, e dietro a tanta pace corse e, correndo, li parve esser tardo. Oh ignota ricchezza! oh ben ferace! Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro dietro a lo sposo, la sposa piace.

«Al pensare de' forti l'appello; Forti son que' che regge l'Eterno: Molti errori nel volgo discerno, Ma non quando umil viene all'altar; Ma non quando suoi falli ripensa; Ma non quando li lava col pianto; Ma non quando de' Santi nel Santo Alza i lumi, e lo vuol seguitar». «D'un Iddio pur si favelli; Ma di templi, ma di riti, Ma di spiriti contriti Fastidito è il pensator.

E le spiagge lunghissime e distanti, E le molli e le ripide pendici Mostravan con moltiplici sembianti I lor tugurii poveri e felici, E i campanili de' tempietti santi, Ove gi

Divoto mi gittai a' santi piedi; misericordia chiesi e ch'el m'aprisse, ma tre volte nel petto pria mi diedi. Sette P ne la fronte mi descrisse col punton de la spada, e <<Fa che lavi, quando se' dentro, queste piaghe>>, disse. Cenere, o terra che secca si cavi, d'un color fora col suo vestimento; e di sotto da quel trasse due chiavi.

Le campane di San-Biagio, di San-Rocco, dei Cappuccini e degli Agostiniani di Musso, quelle di Sant'Eufemia del Castello, di Santo-Stefano e dei Riformati di Dongo e di altri monasteri vicini suonando alla distesa di buon mattino annunziarono che in tutte quelle chiese (nelle quali il Castellano aveva mandato, cogli ordini suoi, doni e monete) si celebravano messe e si cantavano inni sacri in rendimento di grazie all'Altissimo ed ai Santi per il favore accordato ai Mussiani nella battaglia di Bellagio, che così dalla prossimit

Tanto bastò, e pel: rotto della cuffia E' se ne uscì più chiaro della stella. I preti intonarono le litanie, laudando Dio, la Vergine, e i Santi.