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Aggiornato: 8 maggio 2025
Sparve, e un'altra a dir prese: O voi ch'eletti Foste in terra a portar le regie some, Al patrio ben primi volgete i petti, E le stranie falangi allor fien dóme. Codro son io; dei popoli soggetti Fui padre, e l'aureo serto ebbi a le chiome; Ma a salvar Grecia, inesorato e forte, Gittai quel serto, ed abbracciai la morte. S'avanzarono altr'Ombre.
Vieni, vieni, mi gridarono la mamma è qui, nella camera da letto. Vieni. E io varcai quella soglia palpitando più forte; mi trovai alla presenza di Giuliana sorridente e confusa: le gittai il fascio ai piedi. Guarda! Oh, che cosa bella! esclamò, chinandosi sul fresco tesoro odorante. Portava una delle sue ampie tuniche preferite, d'un verde eguale al verde d'una foglia d'aloe.
Il Gongora mi accennava un largo spazio del muro tutto nero di date e di nomi scritti colla matita, col carbone, e incisi colla punta dei temperini dai visitatori dell'Alhambra. "Che cos'è scritto qui?" mi domandò. M'avvicinai e gittai un grido: Chateaubriand! "E qui?" "Byron!" "E qui?" "Victor Hugo!"
Divoto mi gittai a' santi piedi; misericordia chiesi e ch'el m'aprisse, ma tre volte nel petto pria mi diedi. Sette P ne la fronte mi descrisse col punton de la spada, e <<Fa che lavi, quando se' dentro, queste piaghe>>, disse. Cenere, o terra che secca si cavi, d'un color fora col suo vestimento; e di sotto da quel trasse due chiavi.
Mentre io stavo mulinando la maniera di entrare come famiglio in casa vostra, ecco la fortuna che volle favorirmi con istrano accidente. Andando per piazza di Spagna sento dietro di me un rovinìo, uno schiamazzo di voci, che gridavano: «alla vita, bada alla vita!» Mi volto, e vedo una carrozza trasportata a furia da cavalli che avevano preso il morso co' denti. Il cocchiere, balestrato giù dal sedile, aveva percosso il capo sopra un piuolo, e giaceva col cranio aperto da un lato della strada; chi fuggiva, chi si affacciava alle finestre, chi su lo sporto delle botteghe, senza dare aiuto e senza neppure pensare a darlo; stupidi e spietati, per vedere soltanto come si sarebbero rotto il collo bestie e cristiani, e poi cavarne i numeri per giuocarseli al lotto ... Umana razza! Io mi gittai al morso di un cavallo; e quantunque per buono spazio seco mi strascinasse a furia, pure giunsi a fermarlo. Allora mise fuori dello sportello la faccia tranquilla e mansueta un barone di et
mi prese nausea grande e languore come alloraquando sorprende il male di mare: chinai la faccia, e gittai tre boccate di acqua o quattro: nè qui rimase il parossismo, chè un molesto tintinnio ingombravami le orecchie, e le arterie delle tempie picchiavano forte come martelli, e gli occhi vagavano per entro fiumane di sangue.
Quando gli dissi ch'ero disarmato e mi dichiaravo vassallo suo, gittai il pugnale, perchè avevo giurato a lei! Poi feci aprire la porticina del corritoio e tutte l'altre delle camere, indovinando il tristo pensiero di Adalberto. Quando il signore, correndo per il castello, venne al letto di Guidinga, trovò una morta, senza lume accanto, senza frate, senza croce fra le mani!
Così forte era il mio turbamento, ch'io credevo di avere il viso scomposto e di non potermi levare e di non poter proferire una sillaba. Un solo sguardo, rapido, obliquo, gittai a Giuliana; e il suo profilo mi s'impresse così che mi parve di continuare a vederlo su la pagina, accanto al "povero esile volto" della principessa morta.
Divoto mi gittai a’ santi piedi; misericordia chiesi e ch’el m’aprisse, ma tre volte nel petto pria mi diedi. Sette P ne la fronte mi descrisse col punton de la spada, e «Fa che lavi, quando se’ dentro, queste piaghe» disse. Cenere, o terra che secca si cavi, d’un color fora col suo vestimento; e di sotto da quel trasse due chiavi.
Gittai di nuovo le braccia al collo di mia madre, mormorandole con effusione: Andiamo, andiamo sùbito! Mi è rimasto indelebilmente impresso nella memoria lo strano spettacolo del cielo di quella sera di settembre.
Parola Del Giorno
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