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Io vi lascio sul limite, che non varcai finora, Perchè siete il tramonto ed io voglio l'aurora; Perchè se noi, quì in terra, viviamo una giornata, Io d'ineffabil luce la mia vo' illuminata; Perchè, sazio degli uomini, io voglio amar l'Idea; Perchè gli oscuri baci di questa sacra Dea Valgono i mille affetti della gente piccina; Perchè val più il delirio d'un sogno che affascina. Dell'entusiasmo d'obbligo d'un ballo mascherato; Perchè ai dolor dei molti io mi sono temprato, Perchè i ghigni di scherno, la fame e la Censura, (Dalla fronte brevissima) non mi fan più paura; Perchè la solitudine amo più della folla; Perchè abborro i mïasmi d'una carne gi

«Non tener pur ad un loco la mente», disse ’l dolce maestro, che m’avea da quella parte onde ’l cuore ha la gente. Per ch’i’ mi mossi col viso, e vedea di retro da Maria, da quella costa onde m’era colui che mi movea, un’altra storia ne la roccia imposta; per ch’io varcai Virgilio, e fe’mi presso, acciò che fosse a li occhi miei disposta.

Vieni, vieni, mi gridarono la mamma è qui, nella camera da letto. Vieni. E io varcai quella soglia palpitando più forte; mi trovai alla presenza di Giuliana sorridente e confusa: le gittai il fascio ai piedi. Guarda! Oh, che cosa bella! esclamò, chinandosi sul fresco tesoro odorante. Portava una delle sue ampie tuniche preferite, d'un verde eguale al verde d'una foglia d'aloe.

<<Non tener pur ad un loco la mente>>, disse 'l dolce maestro, che m'avea da quella parte onde 'l cuore ha la gente. Per ch'i' mi mossi col viso, e vedea di retro da Maria, da quella costa onde m'era colui che mi movea, un'altra storia ne la roccia imposta; per ch'io varcai Virgilio, e fe'mi presso, accio` che fosse a li occhi miei disposta.

<<Non tener pur ad un loco la mente>>, disse 'l dolce maestro, che m'avea da quella parte onde 'l cuore ha la gente. Per ch'i' mi mossi col viso, e vedea di retro da Maria, da quella costa onde m'era colui che mi movea, un'altra storia ne la roccia imposta; per ch'io varcai Virgilio, e fe'mi presso, accio` che fosse a li occhi miei disposta.

Varcai la soglia; scostai la tenda; mi avanzai. La culla era nel mezzo della camera, fra quattro candele accese, parata di bianco. Mio fratello seduto da un lato, Giovanni di Scòrdio dall'altro vegliavano. La presenza del vecchio non mi recò stupore. Mi parve naturale ch'egli fosse l

«Non tener pur ad un loco la mente», disse ’l dolce maestro, che m’avea da quella parte onde ’l cuore ha la gente. Per ch’i’ mi mossi col viso, e vedea di retro da Maria, da quella costa onde m’era colui che mi movea, un’altra storia ne la roccia imposta; per ch’io varcai Virgilio, e fe’mi presso, acciò che fosse a li occhi miei disposta.