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Fu rizzata subito la tenda della mensa in mezzo a un campo nudo, a ducento passi da una delle quindici porte della citt

A mezzo miglio dalle tende c'erano due gruppi di capanne di stoppia, mezzo nascoste dai fichi d'India. Ci radunammo tutti sotto una tenda. Appena eravamo seduti, arrivò correndo un soldato della Legazione, si piantò davanti all'Ambasciatore e disse con voce allegra: La mona! Venga, rispose l'ambasciatore alzandosi. Tutti ci alzammo.

Non mi distolsi dal guardare verso il corridoio, pur comprendendo che quegli aveva paura. Io mi sentivo tranquillissimo, senza diffidenza.... Dieci minuti di intensa aspettazione.... e la donna uscì fuori dalla tenda. Ha veduto? disse. No. Non li hai veduti? esclamò il mio amico quasi balbettando. Era pallido come un morto. Sette soggiunse.

Tornai indietro, passai in mezzo alla tenda del Console d'America e a quella dei suoi servi, tutt'e due chiuse e silenziose; attraversai il piccolo spazio di terreno dov'era piantata la cucina, e superata una barricata di botti, di tegami, di pentole, di brocche, arrivai alla piccola tenda del cuoco. Con lui dormivano l

La mattina, come Vittorio Emanuele lo vide sbucare dalla tenda, gli disse:

Come Selam, egli riposava davanti alla tenda del suo padrone, colla sciabola al fianco. Gli diedi la buona notte e continuai la mia strada.

Una lunga fila di arabi, accompagnati dal Comandante della scorta, dai soldati della Legazione e dai servi, attraversò l'accampamento, si venne a schierare davanti alla nostra tenda e depose ai piedi dell'Ambasciatore una gran quantit

Qualche tempo addietro, il Borgo era stato miracolosamente vettovagliato dalla parte del mare. Onorato Lascari, conte di Ventimiglia e di Tenda, desideroso di venire in aiuto al suocero Galeotto, avea comperato una gran quantit

Questo dialogo si passava nella tenda maggiore del campo de’ Neri sotto il Castel di Piteccio, fra messer Ranieri Buondelmonti fiorentino, allora potest

Egli si premè tra le mani la fronte scottante; poi, levatosi, si appressò al finestrino, col petto oppresso, il respiro mozzato dall'aria ormai greve della cabina, avido di ristorarsi al soffio della notte. Restò invaso dallo stupore alzando la tenda: albeggiava, il cielo impallidiva sulla terra ancora avvolta nell'ombra, le masse vegetali si profilavano dense e nere sul lividore dell'orizzonte. Oltre la linea della siepe fuggente e stormente al soffio impetuoso prodotto dalla corsa del treno, i campi rigati dai solchi delle piantagioni, pezzati dalle culture, divisi dai fossi; i casolari vigilati dagli alberi d'alto fusto, nel mezzo dei chiusi, dormivano ancora, parevano abbandonati, deserti, senza forme viventi, senza chiarori alle finestre, senza fumi ai comignoli: solo nelle profondit