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Il suo squilibrio si faceva più grande, come il tempo passava. La solitudine di quelle tristi giornate di autunno, in quella bruttissima casa vuota, l'aggirarsi sempre in quelle stanze deserte e sonore, il non uscir mai, il fuggire ogni contatto umano, creavano a Paolo Herz un ambiente strano, ma pur confacente alla sua allucinazione sentimentale.

E la fanciulla, che passava la vita rinchiusa in quella stanzetta, colle mani e gli occhi forzatamente intenti sul tombolo, s'inteneriva sulla sorte crudele dei polli prigionieri. È così bella la libert

Il Lascaris si strinse nelle spalle; egli era innanzi al tavolino da , e passava macchinalmente le tazze, guardandone il fondo zuccherato, quasi a trovarvi un'idea. Non è probabile, disse finalmente, per dire. -È molto probabile, invece, che ella si opponga.

L’uscir dal castello era il primo passo, e com’è solito, il più difficile e il più periglioso. Ma sulla strada che avevano a fare non c’era da scegliere. Poco più sopra passava una via mulattiera che portava su in vetta dell’Appennino; e che, ora a tramontana, ora a maestro, aveva sempre una forte salita.

Ma indarno ella faceva appello disperatamente alla propria energia. Ad ogni ora che passava cresceva l'abbattimento in cui era caduta. E i fatti della vita domestica, che avevano gi

Se dall'estasi religiosa passava all'umilt

Dalla teologia e dalla letteratura il Gregorio passava alla storia ed alla diplomatica, e nel tranquillo presbiterio di S. Matteo nel Cassaro, solo e senza maestri, sudava ad imparare la lingua araba, nella quale si levava maestro così esperto e sicuro da strappare la maschera all’Ab. Vella.

Ruggero Guerri! Altro personaggio ariostesco. E accanto a Fiordispina, poi! Si doveva vederci l'effetto del caso, una di quelle lontane preparazioni del destino che vengono poi improvvise e noiose, come un colpo tra capo e collo? Altro che felicissimo! Il conte Gino Malatesti fu seccatissimo della comparsa di quel cugino, che era così giovane, così biondo, e si chiamava anche Ruggero. Che cosa era venuto a fare, dai monti del Reggiano a quelli del Modenese? Che cosa voleva, quell'arcangiolo in cacciatora, e che cosa avrebbe ottenuto alle Vaie? Immaginate. lettori, che il conte Gino cominciò subito ad aprir gli occhi ben bene, e che quel giorno, e i giorni seguenti, osservò attentamente ogni cosa. Ma il cugino Ruggero non diede argomento a giudizi, come aveva dato argomento a sospetti. Stava molto con gli uomini, e passava lunghe ore alle serre, col signor Francesco e col signor Orlando; alle donne parlava poco, senza mettersi in pretesa, con vera semplicit

Eh via! esclamò il padre Marcellino, che passava di l

Le sue giornate le passava seduto nel vano d'una finestra, colle mani strette intorno a un ginocchio, cogli occhi immobili sui vetri al di l