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I corpi satolli, mandavano il fumo ai cervelli; chi ne diceva una, chi ne sbottava un'altra; e per farla finita, bevute in sul caffè parecchie altre bottiglie, uscirono fuori a prender aria. Ad uno, a due, a quattro giù per la scala, uscivano dal presbiterio come fosse da un'osteria.

Le forme incerte somigliavano a nubi; nubi che cambiavano i profili e i colori ad ogni batter di ciglio. Il presbiterio era immerso in una nebbia diafana, inargentata dalla luna. Cantavano le cicale e cantavano i grilli. I prati erano costellati di lucciole, e Bazzetta zuffolava una canzone che era in gran voga a quei tempi.

È la seconda volta che in una sola sera penso a lei. L'immagine di quella disgraziata mi s'affaccia al primo mio giungere in Sulzena ed ora, alla vigilia della partenza, non potevo allontanarla dalla mente. Avvicinandomi al presbiterio incontro Baccio che mi passa accanto frettoloso senza vedermi. Entrando nel cortiletto mi sgomenta un po' il trovarvi il cavallo del dottor De Emma.

Il presbiterio quando vi entrò don Bonomo dei Pollinetti era in isfacelo. Sgretolavansi le muraglie, sfasciavansi gli stipiti ed i soffitti cadevano in rovina. Il predecessore l'aveva lasciato in quel modo fuggendo per la disperazione; ma esso presentava per don Bonomo, a malgrado di tutto, le comodit

Dalla cucina del presbiterio usciva un odore delizioso di caffè tostato. Il cielo splendeva serenissimo. Buon , mi disse scavalcando, il dottore, gi

Tutto il contegno del bravo montanaro rivelava un non so che di tanto sinceramente cortese che arrivati che fummo alla porticina del presbiterio, ogni trepidazione, ogni ripugnanza mi avevano lasciato: mi pareva quasi che quell'uomo e quella casa li avessi conosciuti e frequentati gi

Al povero uomo parve una visione, egli cadde sbalordito, delirante ai suoi piedi. Da quel giorno essi non vissero più su questa terra. In casa non si incontravano quasi più: Rosilde, per convenienza non erasi mai seduta alla mensa del presbiterio.

Don Apollinare le diede un'occhiata bieca; e senza parlar oltre, tolto il suo lume da mano, s'andò a chiudere in camera, per non farsi trovare dal generale. Il quale rimasto a mani vuote, chi sa come sarebbe venuto a tempestare nel presbiterio bell'e a quell'ora. «Tanto e tanto, diceva spogliandosi in fretta mi sapeva male che uno della mia pieve cascasse in mano a questi signori.

Uno di quei giorni venne il dottor De Emma, espressamente invitato da don Luigi, e si tenne al Presbiterio una specie di consiglio di famiglia al quale presi parte con voto consultivo. Il dottore si mostrò più impensierito che non avrei supposto della guerra dichiarata al sindaco per causa di Aminta.

«Grazie, signor pievano, disse tremando il signor Fedele, e uscito a furia dal presbiterio, per poco non montò sul muletto tenuto l