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E si avviò con quel passo misurato, frettoloso, lento, delle persone abituate a far sempre la medesima strada. Baccio intanto si preparava ad andar per il medico il quale teneva la sua dimora legale a una grossa borgata a tre leghe dal nostro villaggio. Ma non fu senza arricciare il naso che Bazzetta rispose alla proposta del campanaro il quale pel primo pensò alla necessit

Il campanile dopo aver confidato agli echi della montagna i suoi squilli di benedizione taceva. Baccio, svestito, coll'abito di sacrestia, il sacro carattere delle sue funzioni, usciva in campagna con tutta la sua famiglia. Mansueta attendeva al governo del suo pollaio: governo assoluto, personale, faccenda di colossale importanza.

Te ne ricordi, Baccio, fosti tu che venisti ad aprire, tutto meravigliato. Santi del paradiso! sclamò il campanaro, spalancando gli occhi e alzando le braccia; era per questo?!... Se me ne ricordo! ero appena tornato dalla fontana e stavo per andarmene a letto... E narraste la cosa a Don Luigi, interruppi a mia volta; e che vi consigliò Don Luigi?

Anche il signor curato cominciava a sperare.... Sono stato adesso a chiamarlo. Ah! Baccio, Baccio, la muore!.... E proseguì verso il villaggio brancolando. Era un giovane sui trent'anni, alto e tarchiato. Egli aveva detto quelle parole con accento di così profonda desolazione, che me ne sentivo tutto atterrato.

La buona Mansueta se li condusse via coll'esca di due mele cotte nella cinigia. Restammo soli, io, il vedovo e Baccio; soli e in un mestissimo silenzio non interrotto che dal crepito della lampada ad olio. Ma Beppe si alzò di repente, e, piantatosi fra me e il campanaro, prese un atteggiamento che ci fece paura; un atteggiamento di rivolta e di sfida. Pareva Spartaco in abito di frustagno.

Quando ci fu a due passi, diede in uno scroscio di pianto, e mettendo le mani sulle spalle della mia guida, non accorgendosi forse nemmeno di me: La muore, Baccio, la muore proprio! Oh! la mia povera Gina... la mia povera donna... così giovane... così.... Le lagrime lo soffocavano. Il campanaro era come impietrito. Poi disse: Ma se la stava meglio!

Mi parve allora assai più vecchio del solito; si appoggiava al mio braccio e camminava a stento. Appressandosi al villaggio si rinfrancò un poco; ma non tanto che Baccio non s'accorgesse della sua tristezza. E mi disse con sincera schiettezza: Vossignoria è andato a disturbare il curato; ha fatto male, ha fatto male. Egli aveva bisogno di restar solo. Perchè? domandai sorridendo a fior di labbra.

Il rito era compiuto: alla salmodia sottentrava il lugubre borbottio del rosario: una vecchia dalla voce rauca faceva le proposte; un coro di gemiti rispondeva. Baccio spegneva le candele. Poi uscivano dalla chiesa i fedeli, e, quetamente, ad uno ad uno si perdevano nelle strette viuzze muti come ombre.

Baccio mi disse misteriosamente: Il sor curato è salito alla Carbonaia, ciò vuol dire che torner

Io era colpito dal fulmine. Pronunciando quel nome, Baccio mi aveva rubato, tradito, assassinato! Io che sognavo nello sconosciuto, nell'innominato di Zugliano, un fantastico personaggio da romanzo a sensazione, un grande colpevole o una grande vittima costretta dalla fatalit