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L'esule che cammina, che cammina, canta la canzone fanciullesca della sua terra. A quelle note gli rispondono gli echi della patria: susurrano i boschi, bisbigliano i laghi, suonano i monti: la campanella della chiesa ove ebbe il battesimo, il vento che geme tra le croci del cimitero dei padri, la canzone notturna di una donna che piange, oh tutto gli dice: A rivederci!

Ridono gli echi della valle nel vederci tutti scendere dalla blindata e correre come ragazzi prendendo a calci, a pugni, a schiaffi i bosniaci, bestioni che non vogliono mollare le loro mitragliatrici. Si arrendono come cani ringhiosi o meglio come professori passatisti idioti che cedono a malincuore i vecchi dizionari della gloria austriaca tramontata sotto i nostri calci futuristi.

Ridire la gioia provata in quel momento è difficile. Mai forse gustai a quel punto il piacere della vittoria, in alto grado condiviso dalle mie bravissime guide, che non si stancavano di empire di grida trionfanti gli echi della Croda, e di far segnali a Cortina, donde si sapevano guardate.

Sono solo. E quando la campanella ha cessato i suoi rintocchi, per raccogliersi pensierosa come negli echi della vallata, mi pare.... È o non è?... Mi pare e non mi pare di udire una cantilena che vien giù dal bosco, un suono basso di accordi e un suono argentino quasi di lamenti... È una preghiera... , ... Ed ecco qualche cosa che si fa spiare dall'occhio: un brulichio lungo, lentissimo, a pochi colori.

Echi ribelli, calati dalle montagne lontane e vinti dalla stanchezza, elastici Echi in agguato, puntate l'orecchie, grandi Echi di bronzo, inarcano il loro dorso di vecchi gatti metallici dal ventre vuoto che fa le fusa!...

La storia vi lasciò il dignitoso suggello delle memorie: il genio dell'artista desta gli echi del passato col fremito del presente. Così è: la polve giace polve, ma la favilla dell'Arte risuscita le anime e riscrive nel volume della vita dell'oggi le passioni delle remote et

Me le rannicchiai ai piedi, le misi la testa sulle ginocchia perchè mi accarezzasse, come soleva, i capelli. Ella soffriva. S’era in quei giorni scatenata la guerra delle nazioni. Bagliori d’incendî all’orizzonte, echi delle prime carneficine, odor di polvere, incubo.

SPRANG-SPRANG di cannonata e BRAAAA BRAAAA di echi. Vi sono in alto loggioni di Echi affollatissimi che fischiano. Sono molto più numerosi delle cannonate.

Attraverso il fumo acciecante che sale vedo vibrare i corpi orlati d'oro degli ufficiali, i cui comandi stridenti infiammano le ultime tracce violacee dell'ombra. Poi, bruscamente, non vedo più che le loro bocche torride, accanto alle torride bocche vomitanti dei cannoni!... Fragore enorme d'un milione di echi, fracassati, crollanti, polverizzati!

Radunò tutte le sue forze triplicate dalla disperazione e si dimenò come una pazza furiosa al punto di fare quasi scoppiare la pelle sotto la tensione dei muscoli; i polsi, contorti s'insanguinarono ma le corregge resistettero. Si mise a chiamare aiuto, e a urlare destando tutti gli echi delle foreste ma nessuno rispose alle disperate invocazioni.