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Chi può credere, a guardarla, che lo sappia che ottocent'anni siano passati e che io, seduto alla finestra non possa essere davvero Enrico IV che guarda la luna, come un pover'uomo qualunque? Ma guardate, guardate che magnifico quadro notturno: l'Imperatore tra i suoi fidi consiglieri... Non ci provate gusto? Eh, capisci? A sapere che non era vero... Enrico IV. Vero, che cosa?

Guardate che cosa dice il Gil-Blas del vostro teatro! Ella porse al principe il giornale del Boulevard. Don Pio lesse, e man mano che andava avanti sorrideva di compiacenza.

«Errore! Guardate l

E quel nasetto che stretto a consiglio par con colui c’ha benigno aspetto, morì fuggendo e disfiorando il giglio: guardate l

Non abbiam piú forza talento, ogni nostra speranza è omai sepolta; guardate pelli secche e abbrustolite, e giudicate poi di nostre vite. È ver che andiam talora alla taverna, perocché il vin sopisce col vapore quella disperazion che abbiamo interna del stato nostro, stato di dolore; ché la miseria spegne ogni lucerna e degenera in vizio traditore.

E guardate il dottore! Dottore. Eh, pazienza... pazienza. Donna Matilde. Ma no, meno male, il dottore... Voi fate proprio ridere! Ma si fanno dunque molti ricevimenti qua? Landolfo. Secondo. Tante volte ordina che gli si presenti questo o quel personaggio. E allora bisogna cercar qualcuno che si presti. Anche donne... Ah! Anche donne? Landolfo. Eh, prima, ... Molte. Oh bella! In costume?

Ramengourlò con voce somigliante ai mugghi di toro ferito a morte; e non badando agli atti che questo gli faceva, agguantar di nuovo il randello, sua arma trionfale, e scaraventarsi alla volta di esso, gridando: Infame spiafu un batter di palpebra. I Lombardi, non sapendo spiegare quell'ira, si ritraevano e il lasciavano fare, ma non istette ad aspettarlo Ramengo, che, visto quel flagello, precipitossi dietro ai marmi, ivi accumulati, ed uscendo dall'opposta parte, si ficcò dove la calca era più serrata, e gobbo gobbo tra quel brulicame cercava di sgattajolare. L'iracondo, con un diavolo per pelo, non lasciava però di seguirne le vestigia, ripetendo a gran voce: Spione! pur t'ho côlto! Largo! guardate la vita! lasciate ch'io l'accoppi! un colpo le pagher

Essa tremava tutta; Roberto le era vicino, col viso travolto dalla passione. Che vi ho fatto, Sofia? Nulla, nulla mi avete fatto. Non mi guardate così supplicò essa smarrita. Lo sai, dunque, Sofia, che ti voglio tanto, tanto bene? Oh! taci, Roberto, per carit

d'arte! d'arte! che lei è solito di fare qua coi suoi attori; e torno a domandarle seriamente: chi è lei? Oh, ma guardate che ci vuole una bella faccia tosta! Uno che si spaccia per personaggio, venire a domandare a me, chi sono!

PRUDENZIO. Molto l'hai lassato. MALFATTO. Perché m'ha mozzicato li denti co la rechia. PRUDENZIO. A questo modo, eh? tristo, venefico! LUZIO. Eh! mastro, vel prometto che 'l farò bene alla fedis. MALFATTO. Guarda scrizi da cani! PRUDENZIO. E quando? LUZIO. Quando voletis voi. MALFATTO. So c'ha fatto piú male a me ch'a io. Mastro, guardate. PRUDENZIO. Non vòi obmutescere, publico lupanare?