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da l’erba e da li fior, dentr’ a quel seno posti, ciascun saria di color vinto, come dal suo maggiore è vinto il meno. Non avea pur natura ivi dipinto, ma di soavit

Il Monforte, considerando quella smoderata vivezza della Contessa, scotendo la testa sorrise a fior di labbra, e disse a voce bassa: «Ella è valente donna, ma donnaBeatrice divertita da altra cura, punto badando se l'avesse, o no, ringraziata Rogiero, fece recare il danaro, lo numerò, e lo dette al Corriere, affinchè lo portasse al Duera.

d’innanzi mi si tolse e restarmi, «Ecco Dite», dicendo, «ed ecco il loco ove convien che di fortezza t’armi». Com’ io divenni allor gelato e fioco, nol dimandar, lettor, ch’i’ non lo scrivo, però ch’ogne parlar sarebbe poco. Io non mori’ e non rimasi vivo; pensa oggimai per te, s’hai fior d’ingegno, qual io divenni, d’uno e d’altro privo.

vid'io cosi` piu` turbe di splendori, folgorate di su` da raggi ardenti, sanza veder principio di folgori. O benigna vertu` che si` li 'mprenti, su` t'essaltasti, per largirmi loco a li occhi li` che non t'eran possenti. Il nome del bel fior ch'io sempre invoco e mane e sera, tutto mi ristrinse l'animo ad avvisar lo maggior foco;

Parecchie erbette, ch'eran quivi spesse, con fior giallastri va cogliendo il ghiotto, e fregandole al viso ed alle mani, divenne come un uom di que' mal sani. Pareva impolminato e stanco e fiacco.

A quel dio! Ci siamo lasciati più amici di prima. Egli mi ha assicurato, congedandomi, di avere il cuore più alto che il mondo non creda. Ed io, figúrati, l'ho più alto che il mondo non si possa sognare. Sento che l'ho qui.... sulle labbra. Vuoi sincerartene, Fior d'oro? Oh, dolce donna! un ceffone? Ma l'ho gi

Per quei viali passeggiava la coppia felice; Fior d'oro col braccio sinistro girato intorno alla vita di Damiano; Damiano col braccio destro girato intorno al collo di Fior d'oro. Erano atti, per avventura, di soverchia libert

La turba verso il conte vien fremendo disordinata, e tagli e punte mena; ma quella è più, che con pennuti dardi tempesta il fior dei cavallier gagliardi.

Ad Antonio, avvezzo oramai dappertutto ad essere accolto con insolente mancanza di riguardi, parve quello un fior di accoglimento pieno di simpatia e di stima, e sentì venirsi in cuore un po' di coraggio. La disturbo forse? dimandò egli come mezzo di entrare in materia. Niente affatto.

Non correan piú que' rozzi panni e bigi, que' zoccoli all'antica e i cappellacci, le forosette andavano a Parigi spesso a tôr nastri e scarpette ed impacci, coralli che costavano luigi, fior di seta, orecchin, ritagli e stracci e cappellin con fettucce e frastaglie, per pararsi d'amore alle battaglie.