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Fin dai primi anni della vita di Tommaso, col vicino padre di Anna si era detto sul più sodo che i loro figli si sarebbero sposati, e quella poca nuova ambizione entrata nell'animo di Matteo non era tale da fargli dimenticare e cessare d'aver caro quel progetto da persuaderlo di non mantenere altrimenti la scambiata promessa.

Matteo soffiò più forte, e ripetè con maggiore solennit

Anna, Anna: gridò Agapito entrandovi. La ragazza accorse sollecita. Ecco qui un brav'uomo del nostro paese; soggiunse lo zio: vedi un po' se lo riconosci! -Compar Matteo! esclamò Anna giungendo le mani e quasi non credendo agli occhi suoi.

Questi infatti, occupati nei lavori di dissodamento e di sterro lungo il tracciato dei canali, erano tutti in fermento trovandosi in arretrato di paga, per colpa, appunto, di Matteo Cantasirena, che non aveva mandato i denari per "le settimane!"

Inespugnabili col fuoco.... Ma coll'acqua? E Matteo sorrise, socchiuse gli occhi, tornò a sorridere. Era un sorriso di adulazione, di protezione, di finezza, d'ironia.... L'altro, che non capiva, stava sempre sulle sue, e sempre più in sospetto.

Aveva paura di Matteo Cantasirena.... ma aveva anche paura di perdere una buona occasione.... E prima di tutto, intendiamoci bene, esclamò con forza. Io non anticipo un soldo! assolutamente! Non anticipo un soldo!

Gli affari innanzi tutto. Io desiderassi.... io volessi assolutamente che lei facesse uno sforzo per ricortarsi bene de tut coss.... di tutto quanto.... Il suo dispaccio coincide con un'altra circostanza.... molto aggravante.... con due chéques del complessivo importo, appunto, di centocinquemila lire, firmati dal Galli, come mio procuratore, a favore del signor Matteo Cantasirena.

Matteo Cantasirena, in quei giorni, era tutto occupato e tutto infervorato nella gran lotta per le elezioni amministrative e non si ricordava più di niente: di Pietro Laner, delle lettere, del "grande progetto" che aveva da comunicargli.

Più tardi hanno incontrato Paolo Jona; allora il signor Laner è rimasto con lui e Taddeo è tornato a casa. Al nome di Paolo Jona, il direttore della Durlindana, giornale umoristico illustrato, la faccia di Matteo Cantasirena si oscurò. Era l'unico giornale che gli incutesse un serio timore fra quanti lo attaccavano sempre, a sangue.

Allora Marco per tutto il paese iscreditava Matteo poveretto, dicendo: E' non è buon per queste imprese; altro non sa che por scene in guazzetto. Matteo, quando il ciarlar di Marco intese, giva dicendo: Io fui bene costretto a far quella raccolta e rinunziai, ché non procuro queste brighe mai. Gran dispute hanno fatto i partigiani di Marco e di Matteo per questo caso.