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Era quella perfida, strisciante come una biscia che aveva raggirato, sedotto, chi sa con quali arti, con quali menzogne, con quali insidie Pietro Laner!... E non per altro che per rubarlo a lei; per farle rabbia, per trafiggerle il cuore con uno spillo.... come fanno cogli uccellini i ragazzacci tristi e cattivi!... Trafiggerle il cuore?... Farle rabbia?... Rubarle quello zotico e ridicolo montanaro allampanato di Pietro Laner?

Aveva voluto essere una signora, aveva abbandonato il Laner per essere una signora, e andava a finire esiliata a Bergamo, seppellita a Bergamo!... Vendere il palazzo di Milano! Vendere Casalbara! Il dolore, era ancora più forte della collera. A un tratto fu presa da un parossismo, da una convulsione terribile.

La somma sborsata dal Casalbara per pagare il Laner, la considerava sua, per la ragione che era suo il debito; e impiegata al tre per cento, per la gretteria sospettosa della signora duchessa, era, per lo zio Matteo, un capitale suo, sciupato!

Cantasirena sturò la bottiglia del cognac. Pietro! Signor Pietro! Evelina lo alzò un pochino, lo tenne su diritto col capo, esortandolo carezzevole, mentre la Gioconda gli fece ingoiare due o tre bicchierini di cognac, quasi di seguito: il Laner dolorava, sbatteva i denti. Matteo ricominciò a camminare in su e in giù, brontolando e se la prese anche con Numa.

Quegli operai, quei contadini, gli facevano, press'a poco, le stesse domande che gli aveva fatte la prima volta Pietro Laner. Il Cantasirena era il suo colonnello? Dov'era stato ferito? Aveva la pensione?

Pietro Laner, riavutosi dal primo sbalordimento, se n'era andato gridando, sbattendo gli usci e senza voler rispondere alla Gioconda e nemmeno all'Evelina, che gli erano corse dietro fin sulle scale. Non avrebbe più rimesso i piedi , in ufficio. Canaglia! Canaglia! Era furibondo per l'insulto, e più ancora per la minchionatura.

Pietro Laner indietreggia ancora livido, allibito, fradicio.... sale la gradinata.... nuovi improperi, urli, fischi, sassate.... Non ode più nulla, gli si annebbiano gli occhi.... barcollando entra in casa, si trova dinanzi allo spettro del duca e fugge.... fugge ancor più spaventato, come impazzito. Il duca di Casalbara solo, senza cappello in testa, si affaccia sull'alto del terrazzo. Il duca!

Intanto don Giuseppe, prima ancora che il ragazzo partisse per Trento, aveva procurato di metterlo a dozzina presso certi suoi parenti ai quali avrebbe pur dato l'incarico formale di sorvegliare il piccolo Laner "buono come il pane, ma troppo vivo."

E così anche quel suo ultimo barlume di speranza, riposto in Domineddio, nella Madonna, era svanito. Pietro Laner era nato nel Trentino, a Crodarossa.

Ci fu un momento di silenzio, poi si udì ancora Pietro Laner che diceva, come per congedarsi: Se permette, signor Brunetti, ho da parlare colle signorine.... E quasi subito, entrava nella saletta. Chi è questo signor Brunetti? domandò Evelina con voce assai commossa a Pietro Laner. È il rappresentante della cartiera di Maslianico. Quello che forniva la carta per il Rinnovatore.