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Aggiornato: 4 maggio 2025
Giotto fu un rinnovatore dell'arte; ribattè il Chiacchiera. E noi dobbiam mirar tutti a fare del nuovo. Ah sì? E credete che sia possibile, far sempre del nuovo? Badate, lasagnoni, che le vostre novit
La famosa risposta di Giotto a quel villan rifatto che voleva farsi dipinger l'arme da lui, è la riprova di questa comunanza di lavoro. Il rinnovatore dell'arte italiana non si doleva tanto di dover dipingere uno stemma, quanto di dover accettare la commissione d'un uomo di picciolo affare, che ragionava d'armi come se fosse il duca Namo di Baviera.
Le zie in collera, la faccia padrona, il Direttore che a furia di parole, di parole gli aveva fatte sparire le ventimila lire per far risorgere l'Emporio colle grandi illustrazioni del Figaro, per tirare innanzi il Rinnovatore fino alle elezioni politiche del novembre, nelle quali avrebbe preso un nuovo, uno straordinario impulso da Roma, tutto svaniva, lontano lontano, come i lampi d'un temporale che si dilegua.
E ancora dopo molti anni da quel giorno della grazia ricevuta per il Libro segreto, quando Pietro Laner mandò i suoi tre primi sonetti e il suo primo articolo di critica intitolato Berchet e Mameli "All'illustre cavalier Matteo Cantasirena, direttore del Rinnovatore e dell'Emporio Letterario", prima di portare il manoscritto alla posta, se lo portò in chiesa, nascosto sotto il gilet.
Tutta gente fatta da me, creata da me, che io ho messo all'onore del mondo! Mi credono un uomo finito, morto, perchè ho avuto le mie buone ragioni per far morire il Rinnovatore! Ma io sono ancora vivo! Ve ne accorgerete, signori! Alle otto e trenta, guardò l'orologio, parto per Roma. Parte?... Per Roma?... esclamò il Brunetti.
Ci fu un momento di silenzio, poi si udì ancora Pietro Laner che diceva, come per congedarsi: Se permette, signor Brunetti, ho da parlare colle signorine.... E quasi subito, entrava nella saletta. Chi è questo signor Brunetti? domandò Evelina con voce assai commossa a Pietro Laner. È il rappresentante della cartiera di Maslianico. Quello che forniva la carta per il Rinnovatore.
Intanto Matteo Cantasirena, lo zio, come lo chiamavano Nora ed Evelina, il signor direttore, come lo chiamava la Gioconda, continuava a farsi aspettare. La sua gazzetta Il Rinnovatore era morta il giorno innanzi; ma non c'era da temere per Cantasirena: egli era più vivo che mai. Morto un giornale, ne faceva un altro, ed era allora che spiegava la maggiore attivit
Il capitano Fara-Bon era realmente esistito ed era morto in quei giorni; ma Cantasirena non aveva ricevuto il dispaccio al Rinnovatore e tanto meno gli era stato mandato dal Presidente della Camera. Quella mattina egli non s'era fatto vedere all'ufficio; non voleva cadere in mano ai nemici, ai "tirolesi". Taddeo, una specie di portiere e di fattorino, che con una gamba di legno arrivava sempre in ritardo e che egli perciò chiamava Teddeum, gli aveva portato le lettere, i giornali al Circolo dei Superstiti; e appunto col
Nato in Giudea sotto Augusto, nella famiglia regia ma decaduta di Davidde, un fanciullo chiamato Gesú, era cresciuto in casa al mestiero paterno di falegname, e vi si era trattenuto trenta anni; ed avea predicato poi per tre altri, sé professando il Messia aspettato da sua nazione, sé il Cristo profetato, sé figliuolo di Dio, rinnovatore ed estenditore all'intero mondo della religione primitiva d'un solo Dio.
Comincia troppo presto a predicare! Non sono ancora le due; fino alle cinque, verso l'ora di pranzo, la signorina Nora non si lascia più vedere! Ma il Cantasirena continuava lo stesso. Costretto a restare in casa perchè gli era morto il Rinnovatore, e per paura dei "tirolesi", si sfogava a predicare l'ordine, la morale e gli ideali.
Parola Del Giorno
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