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Ma quando Nora gli disse che il ragionier Vigliani voleva quasi imporre di vendere il palazzo di Milano e la villa di Casalbara, Matteo Cantasirena dimenticò il povero Numa e montò su tutte le furie: si era gi

Se proprio.... è per farvi piacere.... Matteo Cantasirena sbadigliò. Si avviò lentamente, più faticosamente lungo il corridoio; entrò in un palchetto che l'amministratore stesso della compagnia era corso innanzi a fargli aprire.

Che sia poi il suo tutore, questo è sicurissimo. Che confusioni.... che pasticci! Oh, del resto è una famiglia distintissima. I Cantasirena sono nobili. Nobili? Nobili triestini? domandò il Casalbara, che pur sorridendo ironicamente, prestava molta attenzione a queste notizie.

La Schönfeld era piena di debiti, e contava un poco sul Kloss e molto sul Casalbara per poterli pagare; contava moltissimo anche sulle raccomandazioni del cavalier Cantasirena, per essere scritturata da un impresario dell'America.

Piuttosto gliele regalo! esclamò Cantasirena con alterezza e con sincerit

Tutti credevano di trovarlo avvilito, disfatto, supplichevole, e invece non si era mostrato dolente altro che per la morte del capitano Fara-Bon; e un uomo che si dispera per un amico morto, non può essere lui stesso in extremis! Ma che! Matteo Cantasirena era sempre vivo, sempre forte! Aveva troppo talento! Conosceva i segreti di troppa gente!

A ogni modo lei, come lei, non gli aveva detto niente! Ohè, ce n'è un altro: il tappezziere che aspetta sul portone! avvertì la Gioconda cacciando dentro il capo nella saletta e ridendo. Metto fuori la bandiera? Era questo un segnale convenuto: quando Cantasirena, ancora da lontano, vedeva la bandiera alla finestra, faceva di colpo un dietro-front.

Deve aver conosciuto il nostro.... fratello.... Eriprando. A questo nome seguì un lungo silenzio. Sediamoci! disse poi Matteo Cantasirena, con un altro sospiro. Il progetto del compianto Fara-Bon, la Navigazione Cisalpina, sar

Non era la sua salute, no, no, no! E non volle più saperne delle istillazioni, non volle più prendere medicine. Il dottor Foresti era inquieto. Non aveva ecceduto nell'ubbidire agli ordini di Matteo Cantasirena?.... Nel prevenire i desideri della duchessa? Attenti, signora Laner, aveva detto il Foresti. Il duca sospetta qualche cosa.

Ma l'altro non si avvicinò. Io sono un galantuomo!... Certe cose ripugnano a me come a lei!... Io ho agito a fin di bene!... Se il signor Cantasirena lo sapesse, sarei scacciato dal giornale!... So anch'io che Matteo Cantasirena non è come lei, come me, come noi!... È un prodigo incosciente! È un vanaglorioso!