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Sdegnoso, puntiglioso, ostinato nel "guadagnare il suo pane" lo era altrettanto nel non voler toccare, vedere i denari "dello stipendio". Li doveva riscuotere sua moglie.... come sua moglie soltanto doveva ricevere il ragionier Vigliani e il signor Galli. E sdegnoso, puntiglioso, ostinato, così facendo credeva anche di vendicarsi!

È per queste cambiali che il signor Vigliani mi costringe a vendere tutto.... persino la casa.... persino la nostra casa! Il Galli abbassò il capo; gli passò nell'occhio mite e grave un'ombra di tristezza e sospirò. Il signor Kloss doveva averne fatta una delle sue! Dio! Dio! mormorò Nora, e si lasciò cadere piangendo sulla poltrona, nascondendo il viso, soffocando i singhiozzi.

Il Casalbara ora rimasto indignato da quella lettera. Non rispose nemmeno al Kloss: pensò di scrivere invece al suo amministratore, il ragionier Vigliani, per quanto anche questo passo gli riuscisse penoso.

Il Vigliani, quando ebbe finito di mostrarle tutte quelle annotazioni e di farle osservare tutte le passivit

Ma pure, appena scritta e spedita la lettera, il Casalbara respirò: il Vigliani avrebbe certo provveduto. E per due giorni non ci pensò più, tornò a grogiolarsi beatamente nell'adorazione di sua moglie.... ma per due giorni soltanto. La risposta sollecita, troppo sollecita, immediata del ragioniere era ben diversa da quella che il duca s'immaginava, e lo aveva sconvolto, messo sossopra.

Il ragionier Vigliani, inquieto, cominciò a sospirare, alzando gli occhi al cielo, stringendosi nelle spalle, allungando le braccia. Voglio saper tutto, ripetè la duchessa. L'altro, ancora un po' sossopra, balbettò: Allora mi farò coraggio... per ubbidirla, e cogli occhi cercò il posto dove sedersi.

Nora si seccava ad aspettare: ma non aspettò che pochi minuti. Il Vigliani entrò quasi subito, come una bomba, strisciando e ruzzolando, profondendosi in inchini, in complimenti, in esclamazioni superlative. Appena ripreso fiato, appena ebbe fatto sedere la signora duchessa, le domandò del signor duca, tenendosi ritto dinanzi a lei colle mani congiunte. È rimasto a letto.

Ma poi, vedendo che nemmeno la sommissione così pronta, così umile riusciva a placare Eleonora, tornò a gemere, a tossire, a sospirare, a mormorare tutto tremante e intirizzito: È finita!... È finita per me! La duchessa, subito la mattina dopo, per far più presto, invece di mandare a chiamare il ragionier Vigliani, si recò lei stessa, direttamente al suo studio.

Nora tremava, piangeva, lo schianto del dolore confondendosi alla collera, all'ira. Ma se il Vigliani è onesto, balbettava, allora sei tu che mi hai ingannata; sei tu che hai ingannata una povera ragazza! Calmati! Non gridare! Non farti sentire! pregava, supplicava stordito, spaventato il Casalbara, che pur temendo di sua moglie non avrebbe mai immaginato, quelle furie. Calmati!

Il duca cominciò a raccontare delle cambiali, del ragioniere Vigliani, ma poi, per far più presto, le fece leggere le due lettere e l'ultimo telegramma. Nora, nel primo impeto, se la prese contro il Vigliani; doveva essere un imbecille, un impostore.... o un imbroglione; e siccome il duca voleva difenderlo, allora la tempesta si scatenò sul suo capo.