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Aggiornato: 2 giugno 2025
Il Galli, a quell'atto, si calmò subito: sentì, capì di essersi lasciato trasportare da un risentimento intimo, inesplicabile, ingiusto, e di nuovo cercò di calmare la signora, di consolarla: "Sarebbe andato quel giorno stesso dal Vigliani. Per parte sua non avrebbe risparmiato tempo, cure, indagini, per esserle utile. Quanto poteva fare, lo avrebbe fatto, con tutto il cuore!..."
È andata a Milano per parlare col ragioniere Vigliani, e per provarsi dei vestiti si era affrettata a rispondere Evelina. Ha detto che tornava stasera, e se i vestiti non erano pronti, domattina. Voleva salutarla, ma il signor duca dormiva.... Non dormo sempre.... dormo meno di quanto si crede.... borbottò il Casalbara.
Il Vigliani rimaneva affatto insensibile: meglio ancora, non vedeva niente, non capiva niente. Il Vigliani era un uomo d'affari, non aveva in mente altro che i debiti, le cambiali... e il poco tempo che aveva da perdere.
Prego, faccia avvertire il ragionier Vigliani che c'è la duchessa di Casalbara, disse Nora, a mezza voce, in fretta, allo scrivano, che faceva anche da portiere. Questi, un bel giovanotto ben pettinato e colla camicia scollata, non lasciò la signora duchessa ad aspettare in anticamera, ma la fece passare, andandole innanzi, e spalancando gli usci, nel salotto privato del ragioniere.
Nora, sempre dandogli ragione perchè non le conveniva di colpo disgustarlo, cominciò a fare qualche domanda circa le rendite, gli aggravi, il patrimonio. Il Vigliani l'interruppe, alzandosi d'un tratto.
Nora, pallidissima, si sentiva oppressa dal tono perentorio del ragioniere. Non si potrebbe aspettare... almeno... almeno qualche mese? balbettò colla voce soave, insinuante, piena di lacrime. Se il Vigliani avesse voluto, avrebbe potuto salvarla, pensava. E avvicinandosi vivamente al ragioniere, lo fissò coi bellissimi occhi, imploranti. Impossibile, signora duchessa.
Desiderava vedere tutti i bilanci per esteso; desiderava un abboccamento col ragionier Vigliani. Lo conosceva, era un galantuomo. Pregava soltanto la signora duchessa di avvertirlo con un biglietto, che la mattina dopo si sarebbe trovato al suo studio. Così, su due piedi, non poteva certo formarsi un giudizio, un criterio dello stato reale del patrimonio.
Ma quando Nora gli disse che il ragionier Vigliani voleva quasi imporre di vendere il palazzo di Milano e la villa di Casalbara, Matteo Cantasirena dimenticò il povero Numa e montò su tutte le furie: si era gi
Quell'ottimo Vigliani, sempre così affaccendato, che inventariava tutto il mondo e che aveva in mano i patrimoni di mezza Milano, sapeva de' suoi pasticci colla banca Kloss?... Ad ogni modo come seccava al duca di doverglielo confessare, lui, direttamente, dandogli l'incarico di provvedere e di regolare quelle scadenze!
Non credo. Allora, meno male. Abbiamo bisogno che il nostro Giovanni stia bene. Mettiamo pure che vi restino sole quindicimila lire di rendita, secondo dice quel Vigliani!... Ebbene, Giovanni potr
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