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Scudo che Numa finse caduto dal cielo dalla conservazione del quale dipendevano i destini dello impero romano.

Nuovo Numa Toscan, che le chiar'onde del tuo bel fiume inalzi a quegli onori ch'ebbe gi

Corse fuori, raccomandò a Nora, traverso all'uscio, perchè si era chiusa in camera, di scrivere subito a Giovanni, e si precipitò in cucina, abbracciando commosso la Gioconda, con effusione paterna, mentre Numa, ancora spaurito per le burrasche di que' giorni, scappava ad appiattarsi nella buca nera sotto i fornelli.

Niente! Niente! Niente! Si avvicinò alla tavola per cercare nei cassetti, ma Evelina si oppose: Sta ferma; non posso scrivere. Voglio mangiare! Mangia una fetta di panettone. In quella casa, mancava qualche volta il pane; il panettone mai. No, gioia! Voglio anch'io una costoletta! E le indicava un ossicino sul piatto, dinanzi al quale Numa era tornato a montare la guardia sospirando.

A un tratto si riscosse, trasalì alzando il capo, e rimase assorta, colla penna fra le dita lunghe, d'un leggero colorino d'ambra. Numa, ch'era saltato di nuovo sulla tavola, accoccolatosi sopra un librone sgangherato, faceva, leccandosi con grazia, la toeletta delle zampe. Evelina gli teneva gli occhi fissi addosso, ma non lo vedeva.

"Ft!... Marche!..." e Numa spariva sotto il canapè, dopo aver ricevuto una staffilata forte, sulla groppa, colla nappa e il cordone della veste da camera.

Numa, insensibile ai complimenti, dopo essere stato un pezzo colle zampe tese, tentava liberarsi dando scossoni, facendo giravolte. È un'intelligenza fenomenale!... È un cuore!... Se appena ho un dispiacere, il povero Numa capisce tutto, diventa subito malinconico, non mangia più.... E Matteo, commosso, fece per accarezzarlo, ma il gatto, pronto, gli graffiò una mano e riuscì a svignarsela.

Ma ad un tratto, si oscurò, e mormorò con gran dolore: Ah, povero Numa! Nel giardino aveva visto passare un gatto. Il povero Numa, il mio fido e più sincero amico, è morto! Fu trovato morto, misteriosamente, nel sottoscala. Io credo lo abbia avvelenato Evelina coll'arsenico, per far dispetto alla Gioconda. Sai?... Non si parlano più: siamo giunti a questo estremo!

Sopra un fascio di bozze c'era ancora un piatto col bicchiere e col tovagliolo di Evelina: tutto sotto l'attenta e immobile sorveglianza di Numa, il gattone rosso. Ed era stata appunto la vista di quella roba, del piatto col bicchiere e col tovagliolo, la vera cagione della stizza, dell'ira crescente di Nora. E la Gioconda non si faceva vedere!

Mentre altri trionfa descrivendo i costumi giapponesi e la vita dei grandi alberghi cosmopoliti, Alfonso Daudet conquista la gloria descrivendo il Mezzogiorno, scoprendo Tarascona, creando Tartarin e Numa Roumestan. C'è dunque posto per tutti.