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Aggiornato: 24 maggio 2025


In questa casa, brontolò poi, dopo un momento, perchè sentiva di non aver mangiato abbastanza, prima di tutti c'è madama Gioconda, poi Numa, poi te, e indicava Evelina, e finalmente io, per gli avanzi.... quando ne rimangono! Evelina, che non si era mai offesa sin allora, si sentì punta per quell'umiliante compagnia della serva e del gatto.

L'autore però, che non avea preso sul serio Tartarin, che lo aveva accompagnato con un benevolo sorriso di compatimento e con risate quasi di ammirazione dalla sua partenza per Algeri fino al trionfale ritorno in Tarascona assieme col famoso cammello che ha voluto seguirlo a ogni costo, commette lo sbaglio di accigliarsi, di sdegnarsi a ogni atto e a ogni parola di Numa Roumestan, e ha incaricato l'antipatica parigina, moglie di Roumestan, di far la parte di moralista.

Bene!... e abbassò il capo, si chinò, accarezzando Numa che gli era capitato, sfregandosi, fra le gambe. Evelina era vestita di nero, con un foulard celestino sulle spalle; il vestito e il colore che le stavano meglio. Tornò subito a sedersi e a scartabellare il dizionario. Sto facendo il conte Bobboli.

Cantasirena sturò la bottiglia del cognac. Pietro! Signor Pietro! Evelina lo alzò un pochino, lo tenne su diritto col capo, esortandolo carezzevole, mentre la Gioconda gli fece ingoiare due o tre bicchierini di cognac, quasi di seguito: il Laner dolorava, sbatteva i denti. Matteo ricominciò a camminare in su e in giù, brontolando e se la prese anche con Numa.

Venga con me. Caffè latte e panettone è una colazione da papa! E sempre sorridente, movendosi indolente colla persona grassa e rotonda dappertutto, passò in cucina seguita da Nora. Anche Numa, saltò giù dalla tavola e le tenne dietro, silenziosamente, fregandosi contro le sue sottane e rigirando alta la coda con tutto uno stiramento sonnacchioso.

E dopo che la Gioconda, seguita da Numa, era tornata in cucina colle provviste, quando tutti stavano per riaversi dal primo sbalordimento di quella gran notizia, Matteo Cantasirena ebbe un impeto di collera contro Pietro Laner: Vi trovo qui ancora, voi?... E vi ho proibito di venire dalle mie figliuole quando non sono in casa!

Tu fai il comodo tuo, senza darti pensiero di nessuno!... Quando sai che io devo tornare a casa dopo essermi spolmonata con tre ore di lezione, allora mandi fuori la Gioconda colle lettere! e irritata anche perchè le sue parole non facevano nessun effetto, le buttò i guanti con violenza sul capo. Numa sparì d'un tratto.

Numa più grosso, più gonfio, più obeso, guardava assonnito il sof

Numa sparì di colpo sotto il canapè, poi di nuovo saltò sopra una seggiola, in un angolo lontano, e l

Si avvicinò alla tavola, ancora col paltò indosso, sbottonato, il bavero ritto sul collo, e accarezzando Numa che si allungava, distendendosi sotto lo striscio della mano leggera, soggiunse balbettando per la collera, per l'imbarazzo di ciò che voleva dire: Ha ragione il signor Brunetti!... Si chiama proprio a.... assassinare.

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