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Il signor Galli ci va colla sua signora, una bellezzina linfatica dalla quale è adorato, quantunque il signor Galli abbia il torto di essere vecchiotto e di chiamarsi Ambrogio. La colazione al Trenk è la gran festa di famiglia. Ha figliuoli? Uno solo, quello dell'esercito.

Carlo entrò di a poco portando frutti. «Vostra eccellenza dev'essere stanca di quella lunga passeggiatadiss'egli mettendo le frutta sulla tavola; «ma dopo la colazione ci resta da vedere assai più: c'è un posto, nella strada sotterranea, che conduce a...»

La Cassazione ha parlato e può darsi che questa sia l'ultima colazione dell'uomo libero. Non pensiamoci. Ce ne sono tanti in galera e non sono morti. I carabinieri dicevano anche loro che la bestia non era poi così brutta come la si dipinge. E poi loro! ci si diceva. Usciranno più presto di quello che credono. C'è tanta agitazione per il paese. Sembra che non ci siamo che noi in prigione!

Facevamo lunghe passeggiate, soli soli, portando con noi una frugale colazione, qualche libro di versi o un romanzo.

Riparte il treno; sotto il sole di settembre ride e canta il piccolo porto. Sulla tovaglia damascata di Fiandra, la colazione attende; ma dallo spiraglio della porta non se ne vede che un angolo.

A Firenze era sceso per far colazione, e al Buffet aveva incontrato il principe don Tommasino Lavriani, amico e collega alla Camera, che tornava a Roma da un viaggio a Londra. Don Pio considerò quell'incontro una vera fortuna e invitò il Lavriani a salire nella stessa carrozza che egli occupava.

Il Richard dormiva fuori, coi cavalli, ma la mattina veniva a casa, per buttarsi qualche altra ora sul letto, e poi lavarsi e far colazione. Appena essa vide entrare Giacomino, l'amico del cuore, e mentre passava dallo specchio, dinanzi al quale si pettinava, al caminetto dove scaldava il caffè, rovesciava un sacco d'improperi, nel suo linguaggio internazionale, sul capo dell'antico protettore.

E bisognava sentire i discorsi che si facevano a bordo, nell’ora della colazione.

Al caffè avevano mandato a cercarlo, ma non c'era; non andava più , di fisso, a far colazione. La poveretta era sulle spine e ogni minuto che passava pareva le portasse via un tanto di fiato e di vita. Finalmente, quando gi

Quando andavo al passeggio mi accompagnava, e se ero diretto a casa Bruni lo indovinava a mezza strada, giungeva prima di me, e mi aspettava sulla porta; alla notte dormiva sempre ai piedi del mio letto: alla mattina divideva la mia colazione, ma ripartiva regolarmente pel pranzo, e pareva che mi volesse dire: la mia fedele amicizia non ti sar