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Aggiornato: 22 ottobre 2025
Si aspettava la colazione in giardino. Olga, seduta in una poltrona americana, si dondolava con una mossa pigra, che le stava bene. Milla, appoggiata alla balaustra del terrazzo, coglieva dei gelsomini; accanto a lei, la Contessa Garbi tentava con molto, ma vano buon volere un acquerello infelice. Più in l
Spendere, spendere, spendere! Era una furia, una manìa! Riempiva le casse, le stanze, l'albergo di roba inutile, che dimenticava o regalava poi alle cameriere: ma dopo quelle corse, quelle compere, dopo tutto quel matto sciupìo, quando si sedeva a colazione, era allegra, ridente, si sentiva bene e si sentiva appetito: si era sfogata, calmata.
E, se ne l'altro mondo si facesse talvolta colazione, la morte mi faria poca paura; ma, quand'io penso che non vi si mangia e non vi si bee mai, divento matto. Oh Dio! Abbia pietá di Pilastrino! Non dico che mi mandi in purgatorio. Ficchimi pur ne l'inferno e nel limbo, ché, pur ch'io mangi talor duo bocconi e bea un ciantellin di malvagía ne incaco Ferraone e Satenasso.
La signora Lucia si alzò, con un passo affrettato; Federigo la seguì, parlandole sottovoce, dicendole delle scempiaggini che figuravano frasi d'amore il cameriere si manteneva, come di dovere, a distanza. Ella, arrivata nella stanzina, si lasciò cadere sopra una sedia e nascose il volto fra le mani con molta naturalezza. Amica mia, che volete da colazione?
È venuto ad avvertirmi.... Prontissimo, facendo un passo verso di lei. Non dite. NICOLETTA non ebbe il tempo di udire le parole di RAIMONDO, getta un piccolo grido, e prosegue, affannosa, spaventata al telefono. Un duello?! RAIMONDO ha un gesto d'ira, di dispetto e si ritrae. Hai detto un duello? Brevissimo silenzio. No, non sapevo, non.... Silenzio breve. Che non veniva a colazione. Con chi?
E subito da Pietroburgo un telegramma di risposta: «Albani è qui; ho fatto colazione con lui stamattina al Caffè Kertzel. Mettendomi in disponibilit
Passò tra una schiera di senatori, i quali si curvavano profondamente; non degnò nessuno di uno sguardo; gli schiavi favoriti gli imbandirono la colazione; mangiò molto, bevè molto, assistì a danze lascive, a giochi pazzi, di gladiatori che si ammazzavano sotto i suoi occhi; gli portarono immensi vasi di cristallo, nei quali morivano le triglie più belle, cangiando i più rari riflessi metallici delle loro squame, ma non trovò piacere.
Quella mattina il buon Michele si alzò più presto del solito. Aveva cenato la sera innanzi, e non avendone l'usanza, gli era rimasto il cibo sullo stomaco, si sentiva la testa pesante e la bocca amara. Non fece colazione punto; prese soltanto il caffè con due gocce di latte, e poi bighellonando l
Cominciava la sua estasi, il suo incanto: una casetta tranquilla, ordinata; il pranzo e la colazione sempre a quell'ora; un marito buono, economo; guadagnare abbastanza da poter vivere senza il tormento dei debiti; far tutto lei e far tutto a suo modo; preparare per suo marito piattini squisiti che avrebbero mangiato insieme: e i figliuoli, anzi uno solo, una bambina.... Le bambine sono più affettuose, più docili....
Ci diceva che il pescivendolo era alla spiaggia, che il tabaccaio era andato alla dispensa e che il pollivendolo non veniva in paese che tre volte la settimana. Si metteva al lavoro senza indugio. Il suo tavolino era tra il finestrone e la sua branda. Si perdeva su suoi fogli di protocollo fino a colazione.
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