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Aggiornato: 22 luglio 2025
La parola colazione il marchesino non l'aveva fatta sonare per nulla: mio zio, che non ci pensava nemmeno, si risvegliò come di soprassalto; pensò che il povero marchese poteva aver fame, e mentre io facevo il giro della vigna, presto presto, un tovagliolo, un pajo d'uova fritte, una bistecca, fra una fucilata e l'altra, un bicchierino di bordò con un pezzettino di ghiaccio.
Chiama dalla comune. Marta. Guarda il groom con aria diffidente. MARTA entra. È una contadina vestita molto umilmente. Prendi. Sono delle trote per la colazione. Marta esce col canestro. TOMMY ha finito di scrivere e chiama il groom. Vieni qui. Lo conduce presso la finestra, gli parla sottovoce, quello gli risponde allo stesso modo. NENNELE s'avvia per uscire a destra. Stai pure, sai.
..... A quel telegramma vivente, Alfredo, che intese, ma credea di sognare come sempre, sentì piegarglisi le ginocchia, e tanto era confuso e senza parola, da essere sospettato, quale un muto od un ebete, da quegli americani. Lord aveva fiutate intanto ad una ad una, quelle forti e capaci valigie di cuoio di Russia, ma non scoprendovi odore di salami, dei quali era ghiottissimo, abbandonò ben presto i forestieri ed il padrone per arrivare primo a casa a far colazione. Potrebbe anche averlo fatto per avvertire le padroncine della novit
Erano infervorati nelle elezioni. Si arrabbiavano, si invelenivano, ridevano, gridavano gli uni contro gli altri, senza intendersi; tutto per le elezioni. Soltanto quando parlava Matteo Cantasirena si chetavano, tacevano: lo ascoltavano con interesse, con piacere, sorridendo. Matteo Cantasirena parlava poco a colazione, perchè mangiava molto; ma quel poco era prezioso.
ORA 1 POMERIDIANA. Sono costretto a fare una seconda colazione, in casa del dottor cavaliere Mignattelli, che mi legge un suo trattato botanico sulle Orchidee. Sono obbligato a fare la corte alla moglie, che è brutta e civetta e, nel tempo stesso, a nascondere le mie finte premure perchè lui è più geloso d'un turco. Non ho mai sofferto tanto, nemmeno al fianco dell'arciprete di Gallossio.
La voce burbera dello zio venne a richiamarla brusco al presente. Va a prepararci un boccone da colazione: presto!
Un picchio all'uscio gli fece alzar la testa: era la cameriera, la quale, tutta in contegno, con gli occhi bassi e una cera brusca che mostrava la stizza, veniva ad avvertirlo che la colazione era pronta. Però egli rispose che si sentiva indisposto, pregava la signora d'asciolvere senza di lui.
La contessa Zanze Rialdi piantò quindi le sue tende in palazzo Bollati tirandosi dietro anche il marito e la figliuola, a cui nessuno preparava più da colazione e da pranzo, giacchè la rispettiva moglie e genitrice non si fidava della donna di servizio, e da buona massaia stimava opportuno di non far nemmeno accendere il fuoco in cucina.
Il giorno dopo si fece la barba e si vestì nel miglior modo con quella compitezza tutta militare ch'era rimasta ne' suoi gusti anche in mezzo ai più crudi bisogni. E dopo colazione si lasciò condurre al convegno. La sua visita era stata annunciata da Cresti, che aveva in giuoco anche lui il suo interesse.
E che il buon Dio sia assai clemente e grazioso per mandarci del dessert dalla sua tavola. Voi siete un ghiottoncello, signor duca!... La colazione ebbe luogo. E due settimane dopo, fu celebrato il matrimonio della principessa Bianca con sua maest
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