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Giuliano corse all'uscio, chiamò Marta e Tecla, e tornò a inginocchiarsi al guanciale della madre. Le due donne, che stavano nella stanza l

Quel brano di lettera bruciava nelle mani di Marta. Quantunque non vi fosse un dato positivo, ella sapeva gi

Erano otto sedie di legno chiaro con profili dorati, coperte di ricami a mezzo punto, bellissimi, tutti l'uno differente dall'altro. Marta le ammirò religiosamente, commossa. Questo è il mio ritratto di quando ero bambino. Marta vi si precipitò sopra, coprendolo di baci e di esclamazioni, portandolo sotto alla finestra per esaminarlo meglio. Come è bellino! Care queste spalluccie nude!

Quando le avevano presentato Alberto, Marta che aveva ventitrè anni, che era intelligente e seria, comprese subito alle ansie della mamma, allo sguardo scrutatore di lui, che si stava per compiere il grande atto della sua vita.

Eppure ripetè Marta scuotendo il capo è l'amore che ispira l'arte, è l'amore che riscalda la carit

E Marta passava col suo lieve fardello, creatrice inconsapevole in mezzo alla natura che moriva, sentendosi penetrare nell'anima una dolce e tranquilla malinconia.

Le follie della luna di miele non possono continuare sempre. Per tutto quel giorno Marta ebbe in mente le follie della luna di miele. A pranzo, improvvisamente, come faceva per solito le sue domande, frutto di lunghi pensieri solitari, chiese ad Alberto: Tu non hai mai fatto follie per nessuna donna?

A questo punto, dando un'occhiata intorno; Marta si avvide di Tecla, che aveva sulle labbra un certo sorriso, come di compatimento a qualche baggianeria, uscita di bocca a lei. Si sentì punta nel vivo, da quel sorriso di incredulit

Alberto invece provò un movimento di stizza verso Marta che gli faceva subire questa seccatura. Che c'entrano adesso tali cose? Sono gelosa del tuo passato, lo sai disse Marta senza staccarsi da lui, sprofondata nel tepore del suo collo, che succhiava con piccoli baci spessi. Alberto si sciolse adagino dalle braccia di sua moglie replicando: E che ci posso fare io?

Marta rispose: addio e si strinse nelle spalle, sembrandole che la stanza diventasse fredda. Gli amici di Alberto Oriani non capivano perchè la sposina non fiorisse di quel rigoglio pieno ed espansivo che accompagna generalmente il passaggio dalla fanciulla alla donna. Eppure Marta era felice; lo diceva a tutti, lo scriveva alla madre, ne era ella stessa convintissima.