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PIRINO. O Dio, che amara compagnia m'han tenuto questi tutta la notte! ho desiato il giorno per ragionar con Forca, il mio servo, d'un mio sospetto, posso ritrovarlo; oh, sei tu qui? t'ho chiamato tutta questa mattina. FORCA. Anzi v'ho risposto prima che voi mi chiamaste. Ma or con chi ragionate? PIRINO. Con meco. FORCA. Chi è questo meco? guardatevi che non sia qualche mal uomo.

Dopochè a Milano non una nuova di Selvaggia e del padre suo erano giunte mai a fargli meno amara l’assenza! Un cotal duolo può solo immaginarlo colui che provò quant’è l’ansia di chi lontano da’ suoi paesi, senza parenti ed amici, ogni giorno attenda lettere da’ suoi più cari, e ogni giorno ne rimanga deluso.

Tanta e amara che poco è più morte Ma per trattar del ben ch'io vi trovai Dirò dell'altre cose ch'io v'ho scorte. ¶ Per questo bene di che egli trattare intende il dichiarare al mondo la passione de' rei e la gloria de' buoni si considera, la qualit

Con questi occhi ho veduto! ? La libidine della carne si mescolava a quella dell'oltraggio: a vicenda si rinfocolavano, nel satanico connubio. Appena svoltato, gettai avidamente uno sguardo al breve tratto di strada che mi separava dalla casetta, e alle finestre. E provai una gioia amara nel veder tutto deserto, tutto buio.

E io a lui: <<Dimostrami e dichiara, se vuo' ch'i' porti su` di te novella, chi e` colui da la veduta amara>>. Allor puose la mano a la mascella d'un suo compagno e la bocca li aperse, gridando: <<Questi e` desso, e non favella. Questi, scacciato, il dubitar sommerse in Cesare, affermando che 'l fornito sempre con danno l'attender sofferse>>.

Davvero egli era oltre ogni credere vezzoso: rassomigliava al bambino Gesù dipinto dallo Albano, che dorme sopra una croce; e il figliuolo di Giacomo Cènci rendeva la pittura dello Albano anche per un altro motivo, imperciocchè la fortuna lo stendesse appena nato sopra una croce senza fine amara, come conosceranno coloro che vorranno proseguire la lettura di questa storia dolente.

Tra la rabbia, il furore e i patimenti e l'amor pel guascone, che conserva, sentí Marfisa un scuotersi i denti, e volse il viso pallido alla serva, dicendo: Io sento ribrezzi e accidenti e una debolezza che mi snerva: mi duole il capo ed ho la bocca amara. Rispose Ipalca: Questa è febbre chiara.

Bandino. Sorella mia, perché mi strazii? Mortella. , chiamami così. Non voglio da te altro nome. Il mio, voglio che sia dimenticato. Fratello mio dolce! Il cuore mi trabocca se ti chiamo così. Fratello! Tu sei il mio fratello. Bandino. Non hai dunque più rancore contro di me? Mi perdoni? Mortella. Prendiamoci per le mani. Anche tu, se t’ho detto qualche parola amara, anche tu perdonami.

Donato si fa forza per chiudere l'uscita ad un'onda amara di lagrime, ed arriva appena in tempo a trattener coi denti un singhiozzo che si perde in un mugolio lamentevole. Il signor Asdrubale sembra proprio alla tortura

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che' la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era e` cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant'e` amara che poco e` piu` morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, diro` de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.