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Giacomo Pico era tranquillo e sereno all'aspetto; tanto sereno (senza ilarit

Peccato! diss'egli nel ritorno a Giacomo Pico, e così ad alta voce che il marchese Galeotto lo udisse. Una così bella occasione fallita, e per la balordaggine di due, o tre, venuti a romper l'ova in sull'uscio! Ero gi

A questo punto il marchese Giacomo di Vharè, che aveva finito di svestirsi, si cacciò nel letto, e poco dopo si addormentò profondamente.

Sta bene; ed ora insegnatemi la strada; disse Giovanni di Trezzo. Il Bardineto ascese prontamente la scala; Giovanni, presa la spada tra i denti, gli venne alle calcagna. Frattanto un'altra scala era rizzata poco lunge da Tommaso Sangonetto. I suoi capi poggiavano sul davanzale di una finestra, che Giacomo Pico doveva aprirgli, a mala pena entrato nel castello.

Qui il Sangonetto si fermò per pigliar fiato e per vedere che senso facevano le sue argomentazioni sul suo malinconico sozio. Ma Giacomo Pico, o non gli desse retta, o non credesse di doverlo contraddire, taceva. E allora Tommaso, con quell'aria di trionfo che gi

Laurenti non istette a pensare; si morse il labbro fino a far sangue; afferrò il cappello, e giù a furia per la viottola, oltrepassando il Giacomo, che pure non andava di gamba malata. Come fu alla postierla della villa Argellani, vi si cacciò sollecito: il giardiniere la rinchiuse da dentro, e ambedue corsero, volarono per la prateria, fino alla palazzina gialla.

Qui si fermò come rifinito dall'atroce memoria; quindi, in suono di pianto, riprese a favellare: D'ora in avanti, quando mi verranno incontro i miei figliuoli... Giacomo sopra tutti... sai tu, che cosa mi toccher

Giacomo Leopardi, allorquando, ancor giovanetto, nella solitudine del natio borgo, si sprofondava, con tragico abbandono, nella voragine sterminata dei suoi pensieri, scopriva nella ragione la causa del disordine sociale, e la rendeva responsabile dell’umana infelicit

E questa lettera me l'avete dunque riportata? domandò Vanardi che cominciava a rimpiangere i bocconi ed il vino che ingollava con tanta voglia quello stupido di Giacomo. Un momento, rispose questi: mi lasci dire, chè non ho finito. Dunque avanti, corpo di bacco! esclamò Antonio con impazienza.

Grazie, Giacomo: disse Antonio il cui cuore s'era aperto di nuovo alla speranza: le novelle che mi porti sono migliori di quelle che mi avevi fatto temere dapprima. Evidentemente lo zio fu tocco dalla mia lettera; il suo affetto per me non è ancora spento del tutto, e il suo buon cuore non si può smentire. Vedrai, Rosina, che di quest'oggi medesimo il padrino si rifar