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MANGONE. Io non ho desiato altro nella mia vita che un simile incontro: io accetto carissimamente la sua amicizia. Di costui vo' dar cinquanta scudi, se ben conosco che val piú, e quel piú lo ricevo in dono, accioché egli prenda medesimamente fiducia di servirsi di me, delle mie robbe e della mia vita.

DON RODORICO. Olá! ordinate che Leccardo sia libero. Ma mi par oggimai tempo che questi felici sposi e amanti dopo tanti travagli colgano il desiato frutto degli disperati loro amori. Entriamo. DON FLAMINIO. Ma ecco Panimbolo. PANIMBOLO. Padrone, che allegrezza è la vostra? DON FLAMINIO. È tanta che non basto dirla.

AMASIO. Non son state al mondo pur belle donne c'hanno amato altre donne? sarei forse io la prima? Balia mia, ho desiato molto tempo averti da sola a sola come ora: se tu vuoi aiutarmi a questo, io farò conoscere che sarò buona riconoscitrice del beneficio fattomi; eccoti questi scudi per arra, toglili per amor mio e per segno del mio buon animo.

Dunque ver me col vivo raggio spira del desiato tuo almo favore, ch'io m'erga, e inalzi al ciel da questa spoglia. XVI. A. D. Luigi di Toledo Spirto gentil, che dal natìo terreno la chiarezza del sangue, e dal ciel chiara anima avesti, e a cui d'ogni più rara virtù colmar le sante Muse il seno;

DON IGNAZIO. Son disposto far quanto tu mi consigli. SIMBOLO. Ecco madonna Angiola che viene a casa. DON IGNAZIO. Signora Angiola, ho desiato gran tempo ragionar con voi d'un negozio importantissimo. ANGIOLA. Eccomi al vostro commodo: ben la priego a non trattarmi di cosa che men che onesta non sia.

DON IGNAZIO. Vi priego a trattenervi un altro poco, accioché gli occhi mei abbino il desiato frutto di lor desiderio. CARIZIA. I prieghi de' padroni son comandi a' servi; e se ben i rispetti delle donzelle non patiscano tanto, pur per un marito si deveno rompere tutti i rispetti. Eccomi apparecchiata a far quanto mi comandate. DON IGNAZIO. Cara padrona, mi basta l'animo solo.

D'ogn'altro amore, o scelerato o santo, il desiato fin sperar potrei; saprei partir la rosa da le spine: solo il mio desiderio è senza fine! 35 Se pur volevi, Amor, darmi tormento che t'increscesse il mio felice stato, d'alcun martìr dovevi star contento, che fosse ancor negli altri amanti usato.

DON FLAMINIO. Oh dolcezza infinita degli innamorati, quando, dopo i casi di tanti infortuni, fortunatamente li è concesso di giunger a quel desiato segno che bersagliò da principio!

Non circo che se aquieti il mio tormento Non dimando pietade mercede Non disiro esser lieto contento Non bramo amor più non, bramo fede Non voglio più de canti alcuno accento Non vo' più ben, che a me non se richiede Ma voglio tutte le mortal ruine Per giunger presto al desiato fine

Marcellina era figlia di Giovanni, che fra i maggiori di Nebiolo teneasi pel più venerabile padre. Innocente come l'agnella che pasceva sul suo pendìo, negletta come la pianta del bosco, cresceva la bella come il fiore di primavera: era pronta e vivace, d'un animo puro e dilicato, vestita di quella soave verecondia, onde natura volle far presente al suo sesso per renderlo più vago e desiato.