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Aggiornato: 14 maggio 2025


Le domando perdono, disse il conte all'ufficiale con affettata noncuranza, se non lo ricevo in un luogo più degno dell'alta devozione ch'io professo sempre ai miei ospiti. Cosa vuole? io sono schiavo delle mie abitudini, e la più prepotente si è appunto quella di consacrare le ore mattutine alla mia sala d'arme, nella quale, guardi, ho tutto l'occorrente per divertirmi a mio bell'agio. Qui, lei vede, per esempio, un piccolo bersaglio e pistole d'ogni modello, le quali, non faccio per dire, ma di rado mi fanno il torto di non colpire a dovere. Qui appese stanno pure sciabole d'ogni specie, fioretti, guanti, maschere, che so io, mi servono a meraviglia ne' miei assalti di punta e sciabola che rinnovo spessissimo con un certo marchese mio amico. Oh, alle armi io ho sempre portata un'affezione ardentissima, e una prova appunto di questo, si è che per parlarne io la dimenticava in piedi senza neppur pregarla d'accomodarsi e spiegarmi il motivo della sua cara visita. Il signore mi vorr

È questo il secondo insulto che ricevo da voi; il primo per aver riso alle mie parole nel giuoco, l'altro investe la mia condotta e.... Ci s'intende, avete diritto ad una sodisfazione; or bene, ed io son pronto a darvela: mi spetta la scelta delle armi. Sono indifferente.

Arriva un concertino di quattro strumenti a fiato e suona: Sento una forza indomita. Ricevo una deputazione di falegnami, ai quali prometto un cantiere. Essi continuano a esporre i loro lamenti. Ne prometto due. Ancora! Se mi lasciassero andare a letto, ne prometterei tre. MEZZANOTTE. Eccomi solo. La natura ha orrore del vôto. Provo, credimi, lo stesso orrore per i votanti.

Riparleremo domani.... Andiamo adesso.... Un'ultima parola.... Se, dopo questa polka, tu balli ancora col marchesino, ti giuro ch'io provoco quello stupido bellimbusto. Uno scandalo? E sia pure. Fa quello che ti piace.... Io non ricevo intimazioni.... Il tuono freddo con cui furono proferite queste parole fece impallidire Roberto.

ERASTO. Ma che piú bella ciera si potrebbe veder di quella sua? come sotto quel color di latte e rose può covar tradimento? come è possibile che quel che dentro si covasse non apparisse di fuori? DULONE. Io non so perché tanta affezione. ERASTO. Mi ama, mi onora, mi serve con ogni affetto e ne ricevo continui benefici, che è la maggior catena che attacchi la benevolenza.

Si picchiò all'uscio. Chi è? gridò irosamente Vergalli. Non ricevo nessuno. Ero io rispose il domestico senza entrare. Venivo a sentire se vuole il lume, se debbo rifonder legna nella stufa... e se pranza a casa... perchè... non c'è nulla.

La giornata fu completa, e verso quell'ora, circa le 5 pom., ricevo un dispaccio dal generale Bixio, annunciandomi il trionfo dell'ala destra, da lui comandata. Dopo un combattimento accanito di varie ore, Bixio erasi posto alla testa d'una piccola colonna scelta, e colla solita sua bravura avea caricato i borbonici, e cacciati sino alle sponde del Volturno.

FORCA. E di che cosa? PANFAGO. Crepo della traditora fame. FORCA. Dio ti ci mantegna. PIRINO. Panfago, abbiamo bisogno di te; e se ci aiuti, te ne aremo obligo. PANFAGO. Per acquistarmi la vostra grazia andrei nel fuoco. PIRINO. Se, non avendomi mai fatto servigio, la casa mia t'è stata sempre aperta, pensa che sará se ricevo da te cosí segnalato servigio.

ALESSIO. Or queste parole , che mi danno fastidio; che non potrei aver consolazione a par di quella che ricevo, che Essandro si avaglia dell'opra mia. PANURGO. Ma io veggio Morfeo parasito che vien verso qua; non potrebbe comparir a tempo piú opportuno. MORFEO parasito, PANURGO.

Povera mamma susurrò Violet singhiozzando, povero padre mio! Sono qui con te le rispose, pure commossa, l'amica sua. Non li vediamo, ma sono qui per benedirti, per affidarti a tuo marito. Violet mi stese la mano, coprendosi gli occhi con l'altra. Ti ricevo da loro dissi stringendo quella mano. Li sento tutti... Non potei continuare.

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