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LECCARDO.... è morta, e morta disonorata! DON FLAMINIO. O Dio, che nuova è questa che tu mi dái? LECCARDO. E mi dispiace darvela: e non vorrei sentiste da me quello che sète per intendere; ma avendolo a sapere, fate buon animo. Don Ignazio non so che ingiuriose parole disse ad Eufranone.

Piú che di te, di stessa ha diffidato. E non avrebbe dovuto! (A lei) Voi, Sonia, aspettate da me, dal vostro medico, la garanzia della vostra salute morale?... Io non esito a darvela. Voi siete guarita. Ed è un prodigio: un prodigio non mio. Io non ho fatto che alimentare qualche imprevedibile seme di virtú scorto improvvisamente in voi come nel fondo sconvolto di una piccola bolgia. La guarigione è cosí perfetta che avete potuto resistere all'uomo che piú vi ha desiderata e perfino mutare il suo desiderio... in amore. Egli vi ha promesso di volervi bene. Non ha avuto il coraggio di pronunziare la parola divina. Quel che egli vi ha promesso è piú ampio e migliore. Vi ha promesso di amarvi! E voi, Sonia, lo amerete. Nel vostro corpo strappato agli artigli del vizio e del peccato, un'anima è sorta. Quest'anima è nuova, ed è pura come quella di una adolescente. Dell'amore, dunque, si è dischiusa, nel centro del vostro essere, la piú facile fonte. Il mio buon Ulrico non avr

Signore! gridò vivamente Emilio, liberando con violenza il suo braccio, osate mettermi le mani addosso!... È troppo!... La soddisfazione che cercate sono pronto a darvela, ma non qui, non con parole, se voi avrete il coraggio di domandarmela. , ve la domando. Badate bene!... Sarete voi che l'avrete voluto.

Carlo ordinò che se ne facesse ricerca; poi vôltosi ai Siciliani, che se ne stavano prostrati, disse loro: «Alzatevi, voi avete fatto quello che è conceduto ad un uomo vivente di fare; voi non meritate questa umiliazione, e tolga Dio che noi abbiamo pensiero di darvela: la fortuna vi ha vinto, ma noi pregiamo la vostra prodezza, e vi ammiriamo; se tutti i vostri compagni somigliano a voi, ardua sar

EROTICO. O carissima balia! La fortuna muterá tenore, essendomi incontrato con la tesoriera de' nostri amorosi secreti, con l'aurora del mio sole. Che novella m'apporti della mia dolcissima Sulpizia? BALIA. Cattiva, la peggior che sia. EROTICO. Dimmela, non piú tardare. BALIA. Mi dispiace di darvela. EROTICO. Non dovevi cominciare, se non volevi darmela. BALIA. Sulpizia è maritata.

È questo il secondo insulto che ricevo da voi; il primo per aver riso alle mie parole nel giuoco, l'altro investe la mia condotta e.... Ci s'intende, avete diritto ad una sodisfazione; or bene, ed io son pronto a darvela: mi spetta la scelta delle armi. Sono indifferente.