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E la gara continua, continua ancora nel palazzo del Conte d’Isnello Domenico Termine, nel Cassaro con altra festa, cominciata col passeggio delle carrozze di maschere e finita con balli mascherati; e si chiude nel piano dei Bologni, dentro il palazzo Villafranca ove dell’unico principato del Sacro Romano Impero in Sicilia meritamente si onora la famiglia Alliata.

Quale scena terribile! qual cordoglio per una madre! ma voi, signor Basilio, che oggi fate quasi parte di mia famiglia, voi che ne pensate di ciò? Bas. Signora, vi consiglio a non temere di nulla; ecco l'effetto dell'imprudenza, l'effetto delle feste di ballo, delle maschere, e per sospetto.... Mad. Per sospetto si deviene all'arresto di un ufficiale d'onore? e lo s'intima ad una damigella? Bas.

Non vi faccia stupore! proseguì rapidamente la contessa Matilde. Se sapeste il fatto, non vi sarebbe difficile intendere quanto poca parte ci avessi. Ero nel mio palchetto in teatro, sul finire dello spettacolo, e mi aveva preso desiderio di salire nel Ridotto a vedere le maschere.

Il silenzio che seguì per circa un minuto fu così religioso e profondo che la voce di Regina uscì come un mesto suffragio, come la preghiera del sacrificio. Vedi, Flora, come mi hanno conciato? fu il primo a dire il poverino, che si sforzava di mantenere nello spirito e nella voce la pacatezza dell'antico elegante: Addio, maschere, Flora! nemmeno Pomponio Labeone l'avrebbe prevista.

AMASIO. Che questa notte alle due ore vengate a casa a portarmi le vostre vesti; ed io le manderò a tôrre, acciò li dia ad una sua amica, ché vogliam far maschere tra noi. CINTIA. Farò quanto dalla mia padrona mi sará imposto. CINTIA. Se volete questa che ho adosso, questa será certissimo. AMASIO. Quelle istesse che altre volte m'avete prestato, ché siam simili di persone.

Ti prego; interruppe Filippo, fortemente turbato; non far giudizi temerari, e sopratutto lascia in pace le signore. Ah , non la compromettiamo; notò sarcasticamente l'Ariberti; fra tutte le maschere dell'ipocrisia c'è anche la discretezza.

Si udivano le voci sottili, in falsetto, delle maschere che non volevano farsi riconoscere. Uno stridìo acuto, un urlare incomposto. Lei se ne sgomentò. Tutto questo le pareva una ridda infernale, un'orgia di dannati. Giammai sarebbe discesa laggiù, nella bolgia. Egli verr

Era il penultimo giorno di carnevale; per le strade principali, verso sera, si vedeva un via vai di maschere, di carrozze, di brigatelle di giovani, di grosse famiglie con bambini, bambinaie, e ragazze da marito, a due a due; ma nessun strepito rincrescevole, squarciati canti di ubbriachi, serra serra importuni.

Chi erano questi personaggi? Oramai s'è indovinato; erano maschere del teatro popolesco di Genova. Ma quello che molti non sapranno ancora, e che bisogner

Ma che idea è stata la loro, di far della scherma senza le maschere? mi ha detto la buona signora, giungendo le palme. Non sono, per caso, un po' matti? L'abbiamo gi