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Aggiornato: 24 giugno 2025


Come in tutti i teatri primitivi i caratteri dei personaggi rimangono stereotipati attraverso le diverse commedie, formando quasi delle maschere; fra queste maschere il tano fornisce il diversivo allegro: è burlato da tutti, parla a strafalcioni; è un po' il «servo sciocco» delle antiche scene italiane, ma più servo e più sciocco, per di più ladro e.... bastonato.

Ed i giorni e le notti che verranno m’appaion come maschere impenetra- -bili; e con peso di massiccia pietra l’ieri e l’oggi sul cuor lividi stanno. Da coloro che un chiamai fratelli lontana mi sento, che a soccorso non grido: non udrebbero: ahimè!... corso troppo ho dinanzi a lor, con piè ribelli.

Facendo tali discorsi si misero a passeggiare per la piazza di S. Marco, assistendo per forza ai sollazzi scomposti di una moltitudine di maschere, ai giuochi dei saltatori e dei mimi, ai banchetti che sotto tende posticce erano apparecchiati sulla piazza medesima.

Signori, dice modestamente il mio avversario agli astanti di prima fila, dopo avermi dato, a maschere levate, un abbraccio fraterno, il nostro poeta è di prima forza; non lo sapevano? Bisognerebbe ancora vederlo alla sciabola. , , un assalto di sciabola; si grida. Non gi

Non debbo nulla dissimularvi. Parlate, al contrario. Eravamo riuniti, , verso l'una del mattino, un gruppo di giornalisti e di letterati e cicalavamo con delle maschere che ci facevano corona, di ogni specie di monellerie, quando, non so da chi perchè, il nome di Sergio fu pronunziato. «Non lo si vede più, disse taluno. «Lo si vede anzi da pertutto, adesso sclamò un altro.

L'aria era agitata da dolci suoni ripetuti dall'eco del canale, e gruppi di maschere che ballavano al lume della luna, realizzavano le più brillanti funzioni della fantasmagoria.

Unica versione autorizzata dagli Autori per la rappresentazione. Commedia in tre atti con le maschere di Pirandello e Martoglio

Nel carnevale del 1866 io mi trovava a Milano. Era la sera del giovedì grasso, e il corso delle maschere era animatissimo. Devo però fare una distinzione animatissimo di spettatori, non di maschere. Chè se la taccia di fama usurpata, così frequente, e spesso così giusta in arte, potesse applicarsi anche alle feste popolari, il carnevale di Milano ne avrebbe indubbiamente la sua parte.

L'ufficiale, terminata la festa, lungi dall'entrare nella propria camera, aveva incessantemente tenuto d'occhio le maschere col domino bianco e la camelia rossa, nella speranza d'imbattersi nuovamente nella capricciosa Esmeralda; ma alfine, avendo veduto allontanarsi a gruppi le maschere stesse ed uscire dalla festa, deposto il pensiero di vedere l'amante prima di sera, si era deciso di uscire piuttosto che serrarsi in camera, nella quale era certo che, a malgrado della veglia della notte, non avrebbe potuto prendere sonno.

Le teste sono deformi, i volti son musi, i nasi son becchi, le schiene son groppe, le mani son zampe, gli atteggiamenti sono contorsioni, le risa sono smorfie di maschere; sono personaggi, infine, dei quali non si può trovare un'immagine che dentro i vasi dei gabinetti anatomici o nelle caricature animalesche del Grandville.

Parola Del Giorno

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